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Due Ong pronte a chiedere di fare sbarcare 1400 clandestini, ma Piantedosi firma direttiva per bloccarle

Inizia la “battaglia” tra il ministro Piantedosi e le ong che a breve chiederanno di fare sbarcare oltre 1400 clandestini in Italia, ma per il ministro le Ong non rispettano le norme in materia di sicurezza


Mentre Lampedusa è invasa, solo nella scorsa notte e fino a questa mattina, su sei diversi barconi sono sbarcati circa 500 clandestini, Alarm Phone ha segnalato altri due barconi con circa 1400 persone a bordo, che si troverebbero tra le zone di ricerca e soccorso di Malta e Italia. “Abbiamo appena parlato con loro: ci sarebbero due barconi che sono partiti insieme da Tobruk, in Libia. Ci è stato detto che uno trasporta circa 700 migranti, il secondo circa 650. Secondo quanto riferito, una persona è morta e i motori non funzionano più. E’ necessaria una grande operazione di salvataggio”. Attualmente in navigazione nel Mediterraneo ci sono due navi ong, la Ocean Viking e la Humanity 1 che hanno a bordo 300 clandestini e sono pronte al recupero dei 1400 segnalati per poi avviarsi verso l’Italia, visto che  Malta o non risponde o fa di peggio.

Un po troppo per il nuovo ministro degli Interni Matteo Piantedosi che è già in difficoltà perché a Lampedusa come sempre, nella struttura di primissima accoglienza, al momento, ci sono 1.154 persone a fronte di 350 posti disponibili.

E così Piantedosi, già capo di gabinetto quando Matteo Salvini era capo del Viminale, per far fronte a quella che appare un’invasione, ha emanato una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto perché informino le articolazioni operative che il ministero degli Affari esteri, con note verbali alle due ambasciate degli Stati di bandiera (Norvegia e Germania), ha rilevato che le condotte delle due navi Ocean Viking e della Humanity 1 attualmente in navigazione nel Mediterraneo non sono “in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”. Le condotte, sulla base dell’articolo 19 della Convenzione internazionale delle Nazioni unite sul diritto del mare, saranno valutate ai fini dell’adozione da parte del titolare del Viminale, in qualità di Autorità nazionale di pubblica sicurezza, del divieto di ingresso nelle acque territoriali.

Inoltre questa mattina il neo ministro al Giornale Radio Rai aveva dichiarato: “Gli aspetti che inducono ad assumere atteggiamenti che richiedono una certa sensibilità chiaramente vengono prima di tutto. Quindi la salvezza delle persone e l’approccio umanitario. Ma certo è che tutto quello che può essere finalizzato a prevenire che ci siano questi viaggi che a volte si trasformano in viaggi della morte sarà alla nostra attenzione”.

La prima uscita di Piantedosi non può sicuramente stupire, la posizione di questo governo era chiara e proprio questo è uno dei pochi temi su cui tutti e tre i partiti della coalizione sono d’accordo. La conferma è arrivata sempre nelle giornata di oggi dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso per la fiducia alla Camera: “La nostra intenzione è sempre la stessa. Ma se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione europea che nella terza fase prevista, e mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa”. Poi ha aggiunto: “Intendiamo proporlo in sede europea e attuarlo in accordo con le autorità del Nord Africa, accompagnato dalla creazione sui territori africani di hotspot, gestiti da organizzazioni internazionali, dove poter vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto ad essere accolto in Europa da chi quel diritto non ce l’ha”. Le ong sono avvisate