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Duello Harris-Trump, chi ha vinto? Kamala ha chiesto subito un secondo dibattito: al suo staff questo non è piaciuto?

Iniziato intorno alle ore 3 italiane, l’atteso duello tv tra l’ex presidente Donald J. Trump e la candidata dei democratici, la vicepresidente Kamala Harris, è durato un 1 ora e 45 minuti, con botte e risposte senza esclusioni di colpi… ma chi ha vinto?

Il duello tra Trump e Biden ha avuto un esito certo, tant è che il presidente in carica è stato costretto ad abbandonare la corsa alla Casa Bianca. Stavolta invece assegnare la “coppa” è difficile. Per le testate “allineate” al sistema, ancora prima dell’inizio del duello la Harris aveva già vinto, ma analizzando i dettagli i primi a non esserne certi sono gli uomini dello staff elettorale della candidata dem. Poco dopo che il duello è terminato infatti, la Harris ha chiesto un secondo dibattito, richiesta che fa pensare che questo non l’abbia soddisfatta, se fosse uscita vincitrice, avrebbe sicuramente preferito cristallizzare la situazione. Ma non è finita, alla fine del dibattito è arrivato il secondo indizio: l’endorsement di Taylor Swift, peraltro già risaputo da tempo, forse con l’obiettivo di rassicurare l’elettorato dem.

Ma andiamo ai fatti. Al National Constitution Center di Filadelfia, Kamala Harris e Donald Trump, si sono affrontati spaziando su diversi argomenti: dall’immigrazione all’aborto, passando per le guerre in Ucraina e Medioriente, fino alla questione della sicurezza interna. Harris ha ricordato il suo impegno per la classe media, mentre Trump le ha contestato di non aver fatto niente per tre anni e mezzo.

Si inizia con la vicepresidente che va al podio del tycoon e si presenta: “Kamala Harris, facciamo un buon dibattito” e allunga la mano. “Piacere di vederla, tutto bene”, la risposta di Trump che stringe la mano dell’avversaria.

Kamala Harris parte all’attacco e come primo affondo dice: “Quattro anni fa Donald Trump ci ha lasciato ‘un casino’. Ed aggiunge: “Ci ha venduto alla Cina”, se sarà rieletto “firmerà il divieto di aborto a livello nazionale”, la gente dai suoi comizi “se ne va in anticipo esausta e annoiata”, i leader mondiali “ridono di Donald Trump” e “pensano che sia una disgrazia”, Putin “è un dittatore che ti si mangerebbe per pranzo”, è una “disgrazia” che tenti di dividere gli americani sulle questioni razziali. “Non sono né Joe Biden né Donald Trump, sono una nuova leader”, ha infine affermato la candidata democratica invitando il Paese a “voltare pagina”.

Trump adotta la stessa ‘strategia’ di 3 mesi fa contro Biden: sguardo fisso davanti a sé durante gli interventi della rivale, anche se non mancano interazioni e interruzioni. Il leader repubblicano inizia con una domanda: “pensate che gli americani stiano meglio di 4 anni fa? Hanno distrutto l’economia”. Poi affonda il colpo: “Harris è una marxista, lo sanno tutti. Lei non ha un piano per l’economia, vada a Washington ora, svegli Joe Biden e gli faccia firmare una legge per chiudere il confine”, riferendosi all’immigrazione clandestina che arriva dal Messico.

Il Tycoon sposta il tiro sulle guerre: “Odia Israele” e con lei alla presidenza lo Stato ebraico scomparirebbe “in due anni”, “voglio che la guerra finisca” e “voglio salvare vite”, “Perché non ha fatto le cose che dice di voler fare?”, ha affermato rivendicato di non avere mai detto ai suoi sostenitori di attaccare Capitol Hill il 6 gennaio del 2021. Le parole che ho usato sono state “pacificamente e patriotticamente”, ha aggiunto.

Sull’Ucraina ha messo a segno un punto, quando ha promesso che da presidente “telefonerò a uno e all’altro”, cioè al presidente russo Putin e a quello ucraino Volodymyr Zelensky per trovare un accordo. “L’interesse dell’America – ha detto – è mettere fine alla guerra”. Il tycoon ha parlato di milioni di bambini morti, e non è chiaro se si riferisse all’Ucraina, ma poi ha detto: “I numeri dell’Ucraina sono molto più grossi di quelli che circolano”.

Infine Trump ha accusato i democratici per le “posizioni radicali”su alcuni temi civili cari ai repubblicani  e ha affermato che per i rivali “l’aborto nel nono mese va bene. Per me assolutamente no”, attribuendo posizioni estreme a Walz, il candidato alla vicepresidenza scelto da Harris: “Una pessima scelta. Lui parla di aborto nel nono mese e dice anche che ‘esecuzione dopo la nascita è ok’: non è aborto dopo la nascita, è esecuzione”.