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E’ morta Eleonora Giorgi: l’icona del cinema degli anni ’70-’80 aveva appena compiuto 71 anni

Un tumore al pancreas, giunto all’ultimo stadio con metastasi al cervello si è portata via a 71 anni appena compiti Eleonora Giorgi 

Anche negli ultimi giorni, con la malattia che la tormentava si mostrava sempre con il sorriso e la voglia di vivere fino alla fine: “Vivete liberi da ansie e frustrazioni, ogni giorno è un regalo”, diceva consapevole del destino che l’attendeva.

Da qualche settimana era ricoverata in una clinica romana, la Paideia, per la terapia del dolore dopo l’aggravarsi delle sue condizione che – aveva detto – ormai le avevano reso impossibile “anche solo fare una decina di passi”.

Non aveva nascosto la gravità delle sue condizioni e  aveva raccontato ai suoi fans ogni dettaglio della sua malattia per incoraggiare a “vivere senza sprecare il nostro tempo dietro gelosie, ansie inutili e frustrazioni”, ma senza nascondere cosa l’attendeva al pubblico e a se stessa: “Non c’è futuro per me, ma voglio che tutto succeda il più tardi possibile. Ogni giorno è un regalo”.

E’ morta circondata dall’amore della sua famiglia, i figli Andrea e Paolo, l’ex marito Massimo Ciavarro. A sostenerla, è stato soprattutto l’immenso amore per il nipotino Gabriele, figlio di Paolo Ciavarro e Clizia Incorvaia, la nuora che lei chiamava “nuvola rosa”.

L’altro figlio, il primogenito Andrea Rizzoli,  nato dal primo matrimonio con Angelo Rizzoli, editore e produttore cinematografico, le aveva dedicato un libro, intitolato “Non ci sono buone notizie”, raccontando l’ultimo anno segnato dalla malattia della madre. Quello che lei aveva definito “l’anno più bello” nonostante tutto “perché trascorso con la famiglia”. “Non siamo mai stati così uniti. Presi dalle nostre individualità procedevamo come delle rette vicine ma parallele. Adesso invece siamo un intricato nodo di emozioni e speranze”, scrive Andrea.

 Eleonora Giorgi è stata protagonista assoluta del cinema anni Settanta e Ottanta, interpretando molti ruoli. Ha debuttato con Tonino Cervi in “Storia di una monaca di clausura” nel 1973 a fianco di Catherine Spaak. Bionda, occhi cerulei, movenze da Lolita e disinvolta esibizione della sua bellezza, diventa ben presto un modello di successo con ben quattro film sempre legati a un erotismo soft ed elegante.

Nel 1974 un dolore profondo (la morte del suo fidanzato a bordo di una moto che le aveva preso in prestito) segna di colpo la sua vita. Finisce nel tunnel dell’eroina, poi arriva la depressione a poco più di vent’anni. E’ Alberto Lattuada che la chiama nel ’75 per “Cuore di cane” dal romanzo di Bulgakov con Max von Sydow e Cochi Ponzoni come partner a darle un nuovo inizio. Lavora con Giuliano Montaldo, Damiano Damiani, Dario Argento, Franco Brusati , Liliana Cavani.