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È un’attrice porno la donna uccisa e fatta in 15 pezzi poi messi nel congelatore: fermato 43enne vicino di casa

È di Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie, il corpo smembrato in 15 pezzi e poi conservati nel congelatore. Per l’efferato delitto fermato un uomo di 43 anni con l’accusa di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere

Il corpo straziato, fatto in 15 pezzi e conservato nel congelatore, rinvenuto il 20 marzo scorso in una scarpata a Paline di Borno nel Bresciano, è dell’attrice porno Carol Maltesi, 25 anni, in arte Charlotte Angie, per l’efferato delitto i carabinieri hanno fermato un uomo, 43 anni, che nella notte durante l’interrogatorio ha confessato il delitto, che è stato commesso a gennaio. Il presunto assassino è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere.

Ha trovare il corpo della donna fu un uomo della zona che aveva notato quattro bustoni neri, di quelli utilizzati per la spazzatura, e insospettito ne aveva aperto uno, all’interno dei quali fece la macabra scoperta dei pezzi del cadavere della donna. In particolare, tra i resti pochi identificabili, c’era una mano femminile.

Con solo dei pezzi, gli investigatori per cercare di risalire all’identificazione della vittima, si affidarono ad un comunicato nel quale si descrivevano alcuni tatuaggi ancora parzialmente visibili sul corpo della donna, nella speranza che qualcuno tramite quei disegni riconoscesse la vittima. L’idea fu giusta grazie alla quale la vittima fu identificata. I carabinieri iniziarono le indagini e accertarono che la sua auto era transitata domenica 20 marzo proprio in territorio di Borno, condotta da un uomo che a sua volta era risultato avere la disponibilità dell’auto stessa, in quanto controllato a bordo in precedenti circostanze.

Nella giornata di ieri la svolta: il 43enne si è presentato ai carabinieri per fornire informazioni sulla donna, offrendo circostanze che subito si rivelavano contraddette dalle emergenze investigative fino a quel momento acquisite.

Il magistrato e i carabinieri, che nel frattempo avevano raccolto elementi che collocavano l’uomo in territorio di Borno la mattina di domenica 20, lo hanno quindi sottoposto a una serie di contestazioni alla presenza del suo avvocato. Messo alle strette, il 43enne ha confessato l’omicidio e l’occultamento del cadavere che sarebbe avvenuto lo scorso gennaio, prima riponendolo in un congelatore nella casa della stessa vittima e poi, una volta fatto a pezzi, gettandolo nel dirupo di montagna.