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Economia. Lega vuole i “Mini-Bot”: banconota interna in vista dell’uscita dall’Euro? Bce e BankItalia contrarie


Dire “usciamo dall’euro” genera clamore, fa ballare i mercati e fa alzare gli scudi, ma i mini-bot, presentati come strumento finanziaro ordinario, sembrano tanto delle banconote “ad uso interno” in vista di una vera uscita dalla moneta unica

Si scrive “minibot” si legge “anti-Euro”. Si chiamano “mini-bot” gli strumenti finanziari attraverso i quali il Governo – su evidente idea della Lega di Salvini – vorrebbe pagare i miliardi di debiti della Pubblica Amministrazione verso i fornitori e non solo.

Ma cosa sono questi minibot e perché potrebbero essere una moneta alternativa?

I minibot sono dei Bot – Buoni Ordinari del Tesoro, cioé quelli che lo Stato emette per finanziare il proprio debito –, ma di piccolo, piccolissimo taglio: 5, 10, 20, 50 e 100 euro. Tali Bot verrebbero stampati fisicamente e sarebbero del tutto simili a delle banconote, nella foto, l’On. della Lega Claudio Borghi ne tiene una in mano. Ma la somiglianza ad una vera e propria valuta non sta nell’aspetto, ma nelle sue caratteristiche: sono Bot privi di tasso di interesse e senza scadenza, ed essendo fisici ed al portatore, sono scambiabili come una qualsiasi banconota.

Le uniche limitazioni a queste banconote-bot è che essendo cartacei e non riconosciuti come moneta, non potranno essere spesi in giro per il mondo o su piattaforme di e-commerce tipo Amazon e Ebay. Tuttavia potranno essere impiegati per l’acquisto nel commercio al dettaglio e per qualsiasi bene o servizio legato allo Stato, dal pagamento delle tasse, alla benzina, ai biglietti dei treni, essendo comunque dei titoli di credito garantiti dallo stesso Stato Italiano.

Insomma, i mini-bot appaiono quindi come una sorta di moneta parallela all’Euro ad uso esclusivamente interno, con l’obiettivo – si vocifera – di mettere in circolazione circa 70/100 miliardi di minibot, pareggiando l’attuale stock di denaro cartaceo in euro.

La paternità dell’idea è della Lega, primo promotore il presidente della commissione Bilancio e responsabile economico della Lega, Claudio Borghi, che oltretutto in passato li aveva definiti: “un espediente per uscire dall’euro in modo ordinato e tutelato, una specie di ruota di scorta”.

Sempre dalla Lega, si registrano anche le dichiarazioni di Salvini e Giorgetti. Il Vicepremier Matteo Salvini ha provato a stemperare la situazione: “le monete alternative le usiamo al Monopoli”, ha detto ai cronisti, specificando però che: “qua c’è emergenza di pagare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti di famiglie e imprenditori. Sono decine di miliardi di euro che già sono debito dello Stato, quindi in che forma restituirli è tutto da valutare e ci stiamo ragionando”.

Giancarlo Giorgetti ha invece detto: “Tutte le soluzioni nuove sono contestate, non dico che siano la Bibbia, ma sono una proposta per accelerare i pagamenti, una delle possibilità, una delle soluzioni: ma la strada maestra è quella della crescita”.

Durissime, come ovvio che fosse, le reazioni da parte della Sinistra, dell’Europa, delle Banche, di ConfIndustria e del Ministro dell’Economia, il tecnico voluto da Mattarella, Giovanni Tria.

Per il Presidente della BCE, Mario Draghi: “i mini-bot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco: “sempre debito sono, non è di certo la soluzione per il nostro debito pubblico”.

Parere negativo anche per il Ministro “tecnico” Giovanni Tria: “Questa è una cosa che sta nel loro – della Lega – programma: il ministero dell’Economia ha girato un parere negativo”.

Tria, a margine del G20 finanziario di Fukuoka ha inoltre aggiunto:“Penso che in un’interpretazione, quella del debito, non servono. Nell’altra – quella della valuta alternativa – ovviamente, si fanno i trattati e quindi non possono essere fatti”.

Al coro si unisce anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, allineato con il presidente della BCE: “Sui mini-bot siamo in linea con Draghi, perché significa debito pubblico”. “Il problema – ha aggiunto – è che noi non possiamo più realizzare debito pubblico, salvo che lo facciamo per investimenti nella logica degli eurobond, da concordare con gli altri Paesi”.

Allineato anche il leader Pd Nicola Zingaretti: “Oggi è la volta dell’ennesimo litigio sui mini-Bot che vuol dire usare i soldi del monopoli, cioè, soldi finti per pagare i debiti dello Stato”. “Io credo che questo livello di confusione e di incertezza è uno dei più grandi pericoli che corre l’Italia”.

Molto più diplomatico il premier Giuseppe Conte che si è limitato a dire: “è una iniziativa parlamentare che non ho ancora discusso con i promotori della Lega, ma da giurista mi sembra evidente che presenta diverse criticità”.

Ma da dove sono saltati fuori i mini-bot? La settimana scorsa la Camera ha approvato all’unanimità una mozione parlamentare sul pagamento dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione. All’interno della mozione si parlava apertamente della possibilità di creare “strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio”.

La mozione è stata approvata anche con i voti “sbadati” di Pd e +Europa, che però, una volta capito cosa avevano votato o forse, semplicemente, dopo aver ricevuto diversi ordini di scuderia, hanno dichiarato di essere contrari ai minibot e di non essersi resi conto che il testo era stato “modificato”.