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EDITORIALE. Verso le le elezioni le armate brancaleone si organizzano, ma attenti ai ras del quartiere


Queste sono sicuramente le elezioni più particolari e difficili degli ultimi 20 anni: schieramenti politici semidistrutti da cui fuoriescono esponenti, personaggi in cerca d’autore, che malamente tentano di affrontare un giudizio popolare che più che bue e pecorone, pare ora toro e caprone (che comunque non dà garanzie circa la bontà del pensiero espresso).

E capita pure, che proprio da quel popolo fuoriesca qualche agnello che indossata la veste del lupo, tenta ora di guidare una schiera non troppo ben assortita al fine di raggiungere il tanto ambito “potere”.

Questo preambolo per dire che la situazione, a differenza di come disegnato in queste settimane dai soliti fini strateghi ed osservatori politici che vedevano una schiera di candidate rosa – che ora al massimo saranno “violetto”, considerato il cospicuo afflusso di blu, dettato dalla forte presenza di candidati uomini alla competizione a sindaco -, non è semplice, per usare una massima daoista orientale del filosofo Zhuāngzǐ : “Può darsi che abbiate udito la musica dell’uomo, ma non la musica della terra. Può darsi che abbiate udito la musica della terra, ma non la musica del cielo”.

E tutto ciò per dire che mentre il puzzle si compone, le uniche “certezze” – e nemmeno quelle – sono solo relative agli schieramenti: quattro.

Il primo schieramento è dei 5Stelle, quello di coloro che forti di un certo appeal sul popolo, guardano gli altri schieramenti dall’alto; o forse no, la certezza è prerogativa divina ed anche i pentastellati sanno che dovranno dare il massimo in questa competizione elettorale. Cominciata da ormai mesi la campagna elettorale, i nomi che più si avvicinerebbero alla carica di possibile candidato a sindaco sono quelli di Ivana Dimino ed Alessandro Mucaria. Resta l’incognita – data da taluni per candidatura quasi certa – di Giuseppe Livio, che però fonti ci hanno confermato che avrebbe fatto un passo indietro, almeno al momento. Ma la verità è che qualunque sia il candidato dei 5Stelle al ruolo di sindaco, per i “mancati candidati” non vi sarebbero particolari problemi, la linea unitaria dei 5Stelle, nonché la relativa assenza di correnti – che pur come ovvi, esistono comunque – permette di scegliere un candidato rispetto ad un altro senza particolari scissioni, anzi, probabilmente i mancati candidati saranno comunque tenuti all’interno della squadra assessoriale, considerandosi tutti un unico gruppo. Le uniche incertezze sui 5Stelle sono dunque quelle relative all’effettiva capacità politica e di rappresentanza dei personaggi che saranno proposti, che assicurano dal Movimento, sarà commisurata alle responsabilità per cui si proporranno.

Il secondo schieramento è quello del centrodestra, in cui il primo attore è e resta l’abile uomo politico Fabrizio Di Paola, che fino a pochi attimi prima delle elezioni è riuscito a tenere su di sé gli sguardi indiscreti di chi avrebbe voluto “bruciarlo”, politicamente parlando. Sulla destra vi sono diverse incognite, due in particolare, che ovviamente prima di palesarsi attendono proprio la decisione del sindaco Di Paola, che aiutato dagli alti ambienti romani, dovrebbe sciogliere le riserve questo prossimo lunedì. A quel punto si paleseranno le incognite; la prima ovvia, ovvero le intenzioni di Forza Italia e le velleità – chiacchierate, ma mai confermate dal diretto interessato – dell’attuale vicesindaco Silvia Caracappa, circa una sua volontà o meno di candidarsi a sindaco, volontà che ha più volte assicurato, cesserebbe con la ricandidatura di Di Paola, che non è certa. La  seconda incognita è invece relativa a quell’uomo di sinistra-destra, o destra-sinistra, Ignazio Messina; Messina, da segretario nazionale dell’IDV “dedipietrizzato” – citazione di Antonio Di Pietro -, è tornato a Sciacca per le elezioni politiche, discutendo sulla candidatura di Mandracchia del Centro Sinistra, ma già si vocifera non troppo sottovoce di un accordo per una lista con il vecchio amico nonché ex Forzista ed ex Sindaco di Sciacca Mario Turturici, attualmente in Patto per Sciacca con Salvatore Monteleone. Insomma, un quadro non troppo chiaro che, considerata la linea politica “ballerina” di Messina, non renderebbe impossibile un accordo verso destra all’ultimo minuto.

Terzo schieramento è il centrosinistra, con una volontà all’unanimità di candidare Paolo Mandracchia. Figura sicuramente di spessore del panorama politico saccense, Mandracchia è reduce di uno scivolone sul carnevale, ma per cui attribuirgli la regia è sicuramente ingeneroso, tra consiglieri di opposizione decisamente poco spessi rispetto a Mandracchia e regie pasticiotte. Tuttavia Mandracchia si conferma uomo di sinistra, socialista, uno che per citare il compagno Brežnev: “La cosa più importante nella propria vita, il suo filo conduttore, sono stati i costanti e stretti contatti con persone che lavorano, con operai e contadini”. Insomma Mandracchia è ben visto in città per la sua pragmatica visione di sinistra fatta di lavoro e serietà, “non ho mai studiato filosofia”, ricorda lui stesso. E questo, le varie anime della sinistra, lo sanno, bene. Le stesse anime che se lo sarebbero “giocato” fino a poco tempo fa, oggi sanno che è lui l’uomo su cui questa gioiosa macchina da guerra deve puntare, ma lo stesso interessato non ha ancora confermato nulla, riflette, come è giusto che sia. Queste non sono elezioni “comuni”, né semplici. Menzione speciale va a Viviana Rizzuto, che poverina, lanciata sulla folla come un succulento pezzo di carne tra gli squali, è ormai un’ipotesi scartata che già dai commenti social, ha sortito effetti non troppo positivi, probabilmente anche con vette di cattivo gusto ingiuste verso una candidatura comunque ipotizzabile e dignitosa.

Quarto – ed al momento ultimo – schieramento è rappresentato dai “picciotti” di Mizzica, che pure se cominciano ad essere grandicelli, restano ragazzi, con una visione renzistica o renziana che dir si voglia, della giovinezza (ormai perduta). Il programma di Mizzica appare molto in linea con i 5Stelle, anche troppo. Ricordando una battuta di Crozza su Pippo Civati, definito “Che Guevara del discount”, ecco, in questo caso più che di 5, si potrebbe parlar di 4 stelle e mezza pensione. Che sia in programma o comunque auspicato un avvicinamento al Movimento? Magari un’alleanza programmatica? Chissà, tutto è possibile sotto questo cielo. Ed i bene informati cominciano a crederci. Domenico Contino appare il nome più apprezzabile come candidato dello schieramento che vede al suo interno diversi “nuovi-vecchi”, ovvero molti personaggi con una storia politica considerevole alle spalle e di militanza nei tanto odiati partiti “tradizionali”.

Un quadro non chiaro insomma, che pare ricordare la massima attribuita a Mao Tse-tung – ma in realtà di Confucio: “Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione, quindi, è eccellente.”