La presidente della Georgia Salomé Nino Zourabichvili, ha denunciato brogli elettorali alle elezioni, ma ha rifiutato la convocazione della procura che dopo la denuncia ha aperto un’inchiesta
Dopo la denuncia su presunti brogli nelle elezioni parlamentari tenutesi sabato 26 ottobre, vinte secondo i dati ufficiali, con oltre il 54% dei voti dal partito Sogno Gerorgiano, la Procura generale ha aperto un’inchiesta su possibili frodi ed ha convocato la presidente della Georgia Salomé Nino Zourabichvili, che ha contestato l’esito del voto definendolo un’operazione speciale russa e ha esortato gli elettori a protestare.
“La Procura della Georgia condurrà tutte le azioni investigative e procedurali necessarie per studiare i fatti sollevati nella dichiarazione della CEC (Commissione elettorale centrale), nonché quelli menzionati dal Presidente della Georgia, da alcuni partiti politici e dai rappresentanti delle missioni di osservazione elettorale”, si legge nella dichiarazione della Procura .
L’ufficio ha convocato quindi la presidente Salome Zourabichvili per domani 31 ottobre come parte dell’indagine per acquisire le presunte prove sui brogli, ma la presidente ha rifiutato la convocazione della procura dichiarando: “Risulta che l’ufficio del procuratore stia aspettando prove da me, io sapevo che era il contrario, l’organo investigativo deve trovare le prove. In qualsiasi Paese normale, non conosco un precedente del genere per cui l’organo inquirente chieda alla presidente delle prove”-
Zourabichvili quindi non è in possesso di prove di brogli contrariamente a quanto da giorni ripete ed infatti in diverse occasioni sulla questione, ha risposto alle domande dei giornalisti che le chiedevano i dettagli, che dimostrarli è difficile.
Salome Zourabichvili nella sua qualità di presidente della Repubblica dovrebbe essere super partes, ma da come si sta muovendo sembra essere la leader dell’opposizione, inoltre – vogliamo aggiungere – dimostrare i brogli è difficile solo se non ci sono.
Per completare le indagini la commissione elettorale centrale ieri ha anche avviato il riconteggio delle schede a campione in circa il 14% dei seggi elettorali sulle contestate elezioni parlamentari e se dopo il riconteggio, oltre al no della presidente Salome Zourabichvili a riferire ai giudici sui presunti brogli denunciati, non risulterà nulla di anomalo, i partiti di opposizione filo-occidentali e soprattutto la presidente della Repubblica dovrebbero accettare l’esito del voto.
Redazione Fatti & Avvenimenti