“I paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, hanno una grande responsabilità nel fermare Israele. Devono proclamare a gran voce che l’occupazione israeliana del territorio siriano è inaccettabile”
Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan parlando con i giornalisti del suo pool al ritorno dal Cairo, dove aveva preso parte a un vertice dell’Organizzazione D-8 per. Cooperazione economica. Erdogan ha aggiunto che “L’aggressione di Israele rappresenta una minaccia alla pace e alla stabilità nella nostra regione, deve essere fermata prima che lo sia anch’essa. In caso contrario, domani il boomerang israeliano sarà rivolto a coloro che sostengono il Paese in tutte le situazioni”.
“Israele ha tenuto a violare il diritto internazionale. Il mondo è rimasto in silenzio quando ha calpestato il diritto internazionale a Gaza. Ha anche occupato territori in Libano, dove è stato versato sangue, e il mondo è rimasto in silenzio ancora una volta. Oggi, l’obiettivo è la Siria. dell’incoscienza di Israele”, ha sottolineato Erdogan, citando la risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 1967. “La risoluzione condanna l’occupazione israeliana delle alture di Golan e chiede il suo ritiro dall’area. È importante affinché la comunità internazionale prenda misure per attuare la risoluzione”, ha affermato.
Per il presidente turco “Tutti i meccanismi internazionali devono essere efficacemente utilizzati per impedire a Israele di sfruttare la situazione in Siria”, ma “chi è causa del male pianga se stesso” (Ndr), il rovesciamento del presidente siriano Assad è stato fatto con il suo assenso e l’aiuto del suo esercito. Erdogan voleva liberarsi della presenza dei Curdi dal nord del suo paese e ci è riuscito. Come riportano gli analisti, l’esercito siriano non ha combattuto perché è stato corrotto, consentendo l’avanzata dei ribelli, ma ora il leader turco si trova ad affrontare un nemico che il suo potente esercito da solo non può affrontare, perché Israele ha dietro gli Stati Uniti che lo riforniscono di tutte le armi necessarie.
Il presidente russo si è sfilato subito da questa trappola e sta trasferendo le sue basi militari dalla Siria alla Libia, lasciando Erdogan da solo a contrastare la sete di annessione di territori della Stato Ebraico.