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Erice in fiamme ricorda la “Roma di Nerone”: ingenti i danni, bruciati anche i cavi della funivia


Dopo due giorni di intense fiamme solo stamattina alle quattro e mezza, le forze impegnate nello spegnimento hanno avuto la meglio sul fuoco che ha devastato la montagna di Erice e parte del territorio di Trapani.

Le cause di questo disastro vanno ricercate in un mix di criminalità – gli incendi sono dolosi -, cattiva burocrazia e una politica inefficiente.

Quello che è successo era ampiamente prevedibile, complice incuria ed il caldo afoso di questi giorni, gli amministratori di Erice infatti, solo qualche giorno fa avevano voluto incontrare il comandante dei Vigili del fuoco di Trapani proprio per allertarlo.

Nell’incontro si era evidenziata la necessità di dotare il territorio di mezzi antincendio e di mettere a disposizione almeno un elicottero di stanza a Valderice, così come fatto negli anni precedenti. La Regione Sicilia ha risposto che pur avendo le somme necessarie non aveva fatto in tempo a stipulare la convenzione con la Protezione Civile Nazionale e di conseguenza non era nemmeno più in tempo a indire una gara per l’affidamento del servizio nemmeno ad un soggetto privato. Ecco la politica “inefficiente”.

Da qui il disastro. L’incendio ha messo a rischio decine di famiglie, la funivia, il versante di Pizzolungo, il territorio di Valderice, deturpando irrimediabilmente Erice.