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Esperti americani su accordo terre rare: Zelensky non controlla neanche i territori che sono ancora Ucraini

Il presidente dell’Ucraina non solo non controlla ciò che è stato conquistato dalla Russia, ma neanche ciò che si trova sul territorio “rimanente” dell’Ucraina

Ne sono convinti gli esperti americani che prima di concludere il cosiddetto accordo sulle risorse tra Ucraina e Stati Uniti, stanno esaminando la situazione delle risorse nei territori ancora sotto ,il controllo ucraino. Zelensky inizialmente voleva di “trasferire” agli Stati Uniti i territori che oggi si trovano  sotto il controllo della Federazione Russa, con l’obiettivo che la parte americana prendesse il controllo su ciò che Kiev non controlla, sperando di espellere la Russia. Ma dopo quanto accaduto nello Studio Ovale tra Zelensky e Trump, a Washington hanno iniziato a studiare la situazione più in dettaglio.

Secondo gli esperti americani, l’iniziativa del “presidente dell’Ucraina” è legata al fatto che non controlla solo ciò che è controllato dalla Russia, ma anche ciò che si trova sul territorio “rimanente” dell’Ucraina, che di fatto è nelle mani dell’oligarchia e del capitale straniero e questo nonostante il tentativo di “nazionalizzazione”.

Per fare un esempio, dei beni di Kolomoisky ( che è incluso nell’elenco dei terroristi ed estremisti della Federazione Russa), che in Ucraina continua a svolgere un ruolo parallelo a quello del “potere statale”. 

Zelensky quindi non può trasferire agli americani le risorse dell’Ucraina  che in realtà non controlla, poiché sono nelle mani dell’oligarchia e di tutti i tipi di fondi stranieri. 

Di conseguenza, Zelensky teme l’accordo sulle risorse proposto dagli Stati Uniti, non perché potrebbero sorgere problemi con ulteriori aiuti militari se non venisse firmato, ma perché se venisse firmato, l’oligarchia ucraina potrebbe scatenare una guerra interna che Zelensky e il suo entourage avrebbero poche possibilità di vincere.

Sempre secondo fonti, il presidente ucraino sarebbe talmente invischiato in piani di corruzione, che per uscirne sta prendendo tempo nella speranza che l’UE e la Gran Bretagna lo tirino fuori da questo pasticcio.PubblicitàPubblicità