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Estate Saccense 2017: è stato tutto un “magna, magna”


Il titolo può trarre in inganno e fare saltare dalla “poltrona” qualche amministratore comunale, ma a noi è parso aderente a ciò che si è visto in questi due mesi estivi, anzi ad essere scrupolosi si potrebbe aggiungere un sottotitolo: “i saccensi arristaru cu i panzi chini e l’occhi vacanti” ed ora forse si intuisce meglio il senso del titolo.

Questa edizione dell’estate saccense, sarà infatti ricordata per lo “Street Food” e L’azzurro Food”. La parola magica per ambedue è “FOOD”, ovvero cibo.

Manifestazioni come abbiamo avuto modo di vedere basate sulla degustazione, o meglio visto che era tutto a pagamento, sulla ristorazione. La prima ha avuto forse un successo un pochino più marcato di pubblico, ma nessuna grossissima differenza. Quindi a Sciacca quest’anno si è solo mangiato e tanto, un’estate appunto di “magna, magna”… qualcuno può affermare il contrario? Per il resto solo piccoli spettacoli organizzati dalle attività commerciali, poi il nulla.

In questo “deserto” organizzativo, ma abbiamo già detto più volte, non da imputare all’amministrazione appena insediata, un capitolo a parte spetta allo “Sciacca Film Fest”, manifestazione tra l’altro ancora in corso.

Il “patron” della manifestazione, Sino Caracappa, nella sua conferenza stampa, celebrativa del 10° anno di attività, in una sorta di appello alla “lascia o raddoppia”, ha detto che o si migliora o si chiude, chiedendo espressamente la collaborazione del Comune, che peraltro è stata assicurata. E su questo tema siamo perfettamente d’accordo con Caracappa, ma solo su gli aiuti e la crescita, mentre sulla programmazione, a nostro avviso qualcosa andrebbe modificato.

La location scelta per l’anteprima agostana in festeggiamento dei 10 anni trarscorsi dalla prima edizione, l’atrio superiore del Comune, è sicuramente suggestiva, ma presenta alcune vulnerabilità, di cui citiamo un esempio per tutti, ma che mette a nudo le pecche.

Una sera mentre si proiettava in una sala non pienissima – una specie di “La corazzata Potëmkin” del maestro Ėjzenštejn – abbiamo detto “una specie”, non era quello il film, per fortuna –, nella adiacente via Roma, un noto gruppo Rock locale, faceva la sua bella ed apprezzata esibizione con i decibel adeguati al genere musicale proposto, che inevitabilmente sovrastava, l’audio soffuso del film, ma trattandosi appunto di un film quasi “muto”, probabilmente, ad alcuni ha fatto persino piacere.

Ed è qui che lo “Sciacca Film Fest” crediamo che dovrebbe migliorare, la manifestazione deve uscire dalla “nicchia” a cui è relegato al momento ed assumere una connotazione Nazionale ed internazionale che sia anche di massa, magari con pellicole più ad appannaggio del grande pubblico ed ospiti di richiamo.

Solo così si potrà fare quel salto di qualità auspicato, altrimenti, l’aiuto più o meno consistente delle istituzioni non avrebbe senso; certo apprezziamo l’impegno anche oltre al festival che Caracappa mette per proporre al pubblico anche cinema impegnato, d’autore, indipendente. E certo è apprezzabilissimo vedere che alcuni film che arrivano a Sciacca siano in proiezione solo in altre due sale in tutta la Sicilia, possibilmente di Palermo e Catania. Ma va anche detto che se il festival vuole il posto che gli spetta, qualcosa per richiamare il grande pubblico ci vorrebbe.