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Europee. La Lega arriva a Sciacca ed in provincia, M5S la fa da padrone: la fine dei “moderati”?


A Sciacca ed in provincia la Lega di Matteo Salvini ha raggiunto percentuali varie, ma sempre sopra al 15-16% fino a toccare vette del 30%, diventando la terza forza politica provinciale, alle spalle del M5S che in molti Comuni ha letteralmente dominato

A.A.A. Moderati cercasi. Potremmo definire con questa battuta le elezioni Europee appena trascorse, che hanno sì visto il MS stravincere in molte realtà, Sciacca inclusa, ma anche apparire – quasi dal nulla – la Lega con percentuali che vanno nei vari paesi dal 15 ad oltre il 30%. Di fatto uno tzunami politico.

Un risultato eclatante certo, ma non totalmente inaspettato, i “vecchi volponi” della politica accreditavano alla Lega almeno un 18% dei consensi. La realtà ci consegna un quadro rivisto al rialzo, ma non troppo distante: il partito di Salvini è il terzo – secondo i dati parziali attualmente accessibili – in provincia con il 19,85% dei consensi; in tutta la Sicilia è la seconda forza politica con il 20,73% sempre dietro il M5S al 31,23% e nell’Italia Insulare – Sicilia e Sardegna – si conferma seconda forza politica con il 22, 42% con il M5S al 29,87%. Ovviamente questi sono i dati reperibili alle 5:40 del mattino, sicuramente in giornata varieranno per via dei dati mancanti o parziali su alcuni comuni, ma il dato di fondo resta: la Sicilia – insieme a tutt’Italia – ha detto decisamente “basta” ai partiti “moderati”.

Una scelta forte per una terra democristiana per antonomasia, un cambio di pagina sicuramente figlio della popolarità del Governo Giallo-Verde, ma probabilmente anche dettato dalla mancanza di alternative valide e concrete.

E quando mancano le alternative d’opinione, a poco servono gli apparati di partito. Ben lo si è visto a Sciacca, dove l’avanzata della Lega e del M5S c’è stata – il Movimento oltre ad essere primo partito, ha anche superato i voti presi durante le scorse Europee – a prescindere dagli imponenti apparati di partito che hanno comunque fatto sentire la loro presenza, malgrado abbiano dovuto combattere un’emoragia di consensi enorme rispetto ai dati delle precedenti europee (il PD ha dimezzato i voti e Forza Italia ha perso 1000 voti per strada).

Ma la forza dell’apparato – o di quello che ne è rimasto – comunque c’è stata e lo hanno dimostrato i voti di preferenza di PD e Forza Italia, ma hanno dimostrato anche come l’apparato poco possa fare per contrastare un Matteo Salvini che a Sciacca ha raggiunto i 1366 voti di preferenza come candidato al Parlamento Europeo.

Insomma, il vento è veramente cambiato, ed a chi fa politica e pretende di anche di essere “qualcuno”, non resta che abituarsi all’idea. Bene lo ha capito Beppe Marinello con la sua adesione al partito della Meloni, anche se un Marinello “sovranista” sembra decisamente una forzatura innaturale sotto ogni aspetto. Per nulla lo ha capito Fabrizio Di Paola, che avendo aderito a Forza Italia si ritrova adesso in un partito che benché in Sicilia regga al 16,99%, a livello nazionale è dato sotto al 10%, con Toti pronto ad andare nella Lega, tanti topi pronti ad abbandonare la nave ed un 83enne Berlusconi che per “rifarsi” dovrebbe puntare alle prossime Politiche che se il Governo del Cambiamento regge, si terrano nel 2023, con Berlusconi 87enne. E di Forza Italia senza l’ex Cavaliere, non ha senso neppure parlarne. 

In mezzo a tutto ciò c’è poi il Sen. Cusumano, che dall’alto della sua lunga carriera politica resta dove ha scelto di stare, vicino al PD, ma giocando con le sue regole, ed il nuovo soggetto politico “Democrazia & Territorio”   che a luglio vedrà la luce, ne è la prova.

Per quanto riguarda tutti gli altri, lo tzunami è arrivato, i moderati di qualsiasi colore politico, non vanno più di moda, si salvi chi può.