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Falla nell’App Green pass: i vaccinati contagiati in quarantena non vengono segnalati e possono andare in giro

Almeno 100.000 vaccinati possessori del Super Green Pass, che attualmente sono stati contagiati, alla verifica con l’apposita App in un cinema o al ristorante, non vengono segnalati rendendo il certificato verde  perfettamente valido

Si tratta di persone che nonostante si siano vaccinate, hanno comunque contratto il Covid e quindi sono in quarantena, ma il loro certificato verde non è stato sospeso come era stato previsto. L’anomalia è emersa dalle notizie di cronache che hanno riportato diversi casi, l’ultimo quello di un giovane milanese positivo andato in treno dalla fidanzata a Torino passando tutti i controlli senza alcun problema, come riportato dal Fatto Quotidiano.

Questo, pare che sia stato possibile perchè il sistema della piattaforma del ministero della Salute in cui vengono registrati i tamponi positivi non interloquisce con quella dei Green Pass e l’annunciato meccanismo automatico di revoca del Green Pass a fronte di un tampone positivo non funziona o forse non è mai entrato in funzione. La conseguenza è che qualsiasi vaccinato che dopo avere ottenuto il Super Green pass, scopre grazie al referto di un tampone fatto in ospedale, in farmacia o in un laboratorio di analisi, di essere positiva rimane in possesso della certificazione verde perfettamente valida e potrebbe andare in giro – come già successo – per locali a contagiare gli altri avventori.

Un paradosso che mostra la fragilità del sistema dei Green Pass e che mette tutti, vaccinati e non davanti al fatto innegabile: per evitare la diffusione del virus non serve essere vaccinati o meno, ma serve non essere infetti e l’unico modo per dimostrarlo è il tampone – non l’essere vaccinati e possedere il Super Green Pass -, che peraltro, i non vaccinati – che possono avere solo il “normale” Green Pass – , sono tenuti a fare molto più spesso dei vaccinati, che spesso possono essere vettori inconsapevoli del virus.

Dal ministero della Salute si difendono dicendo che “I nostri uffici stanno lavorando a un meccanismo di revoca automatico”, giustificazione “fiacca”, perché va da se che il meccanismo doveva esser operativo negli stessi tempi dell’entrata in vigore del green pass ed infatti ad ulteriore difesa, aggiungono che “chi contrae il Covid è tenuto per legge a rispettare l’isolamento obbligatorio fino alla negativizzazione o comunque per 21 giorni se si è senza sintomi”. Ma è chiaro che è come raccomandare una pecora al lupo.

Dal ministero sperano di rimediare all’errore in pochi giorni, ma per farlo, paradossalmente c’è bisogno di un nuovo decreto che dovrà passare anche al vaglio del garante della privacy.