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È fatta: Gli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera promossi a “spoke”


Ne avevamo dato notizia ieri in questo articolo – CLICCA QUI’ – l’ass. Gucciardi aveva promesso che nessuna struttura sarebbe stata tagliata e noi, con un certo scetticismo avevamo pubblicato le sue parole.

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Stamattina l’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi, ha presentato ai sindacati il nuovo impianto della rete ospedaliera siciliana, mantenendo le promesse fatte ieri. La riunione si è tenuta nei locali dell’assessorato alla Salute.

La rete ospedaliera presentata oggi, è un passo indietro rispetto a quella del luglio scorso, che aveva suscitato un vespaio di polemiche. In generale crescono ospedali “centrali” e vengono promosse diverse strutture inizialmente indicate  come “presidi di base”.

Parlando in termini compresinsibili a tutti e lasciando i tecnicismi ai burocrati, per i cittadini, i fatti sono che – a parte qualche caso isolato –  le strutture esistenti saranno mantenute,  compresi, per ciascuna struttura, il pronto soccorso.

È questo, è quello che aspettavano i cittadini di Sciacca e Ribera. Ribera manterrà il pronto soccorso, mentre Sciacca, con Ribera costola, diverranno “SPOKE”.

A beneficio di chi non sapesse cosa significa questo termine, lo spiegliamo.

La nuova rete,ospedaliera, suddividerà gli ospedali gerarchicamente in “hub”, cioè, “strutture di secondo livello altamente specializzate e integrate” e “spoke”, “grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza”, quindi Sciacca e Ribera, manterranno intatte le loro funzioni. È questo è quello che la popolazione attendeva con trepidazione.

Tutto bene quindi? Quasi, la nuova rete infatti, dovrà essere sottoposta all’esame della commissione Salute dell’Ars, che dovrebbe approvarla, ma a questo punto non dovrebbero esserci più intoppi, e poi dovrà essere inviata al Ministero della Sanità, per la firma definitiva del ministro Beatrice Lorenzin.

Il ministero dovrà poi verificare il rispetto dei parametri del più recente decreto ministeriale e dare l’OK, cosa che aveva già fatto questa estate, con il vecchio piano, dando una sorta di “nulla osta”, ma chiedendo di apportare alcune integrazioni. Poi, se finalmente ci sarà il via libera, potranno essere riviste piante organiche e atti aziendali e procedere con i il fatidico concorso dei famosi 5 mila posti disponibili.