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Figliuolo ordina la distruzione di 218 milioni di mascherine inutilizzabili: lo smaltimento costerà 698mila euro

L’Italia si conferma il Paese delle “banane”: circa 218 milioni di mascherine anti covid dovranno essere distrutte perché inutilizzabili e lo smaltimento costerà ben 698 mila euro, d’altronde lo stoccaggio fine ad oggi è costato 313mila euro al mese

Certamente ha una sua logica, se per conservare le circa 218 milioni di mascherine anti covid non conformi alle leggi, ci costa 313mila euro al mese, meglio distruggerle pagando 698mila euro… nel tempo c’è un risparmio. Questo è quello che avrà pensato il Generale Francesco Figliuolo, nella cui determina firmata nella sua qualità di Commissario si legge: “Non sono mai state richieste, né dalle regioni, né dagli altri enti convenzionati e oggi non trovano più nessuna possibilità di impiego”.

Distruggerle è semplice, ma questa “operazione” quanto è costata alle casse statali? Queste mascherine, circa 218 milioni, le prime acquisite durante la prima fase dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid, oggi sono impossibili da usare perché senza alcuna certificazione e dunque sono destinate al macero, come da richiesta della struttura commissariale di Francesco Figliuolo, che il 31 marzo, con la fine dello stato di emergenza, lascerà l’incarico.

Va precisato che queste mascherine, prive di certificazioni e meno efficaci di quelle chirurgiche sono state acquisite dalla precedente struttura commissariale. A provvedere allo smaltimento, sarà un’azienda specializzata di rifiuti, la A2A, che si è aggiudicata l’apposito bando per un importo di 698 mila euro.