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Finanziamento ai partiti. Il M5S sfata un tabù e lo prende per la prima volta. Incassa anche Italia dei valori di Messina

Cade un altro tabù del M5S che per la prima volta prende il 2 per mille del finanziamento ai partiti e tra i beneficiari c’è anche Italia dei valori di Ignazio Messina . Restano fuori Rifondazione e Italexit di Paragone

Il Movimento 5 Stelle è ufficialmente inserito nell’elenco dei beneficiari del 2 per mille e quindi potrà accedere ai finanziamenti pubblici. Giuseppe Conte ha sanato le irregolarità che lo scorso anno ne avevano causato l’esclusione, quando la Commissione di garanzia sugli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti dei partiti politici aveva respinto la richiesta del movimento. L’ex premier ha dunque fatto cadere uno degli ultimi tabù e questo nonostante la contrarietà di Beppe Grillo. Conte però ha giocato la sua partita, ha puntato sul referendum interno indetto a inizio dicembre 2021 e il 72 per cento dei partecipanti ha approvato l’idea che il partito potesse accedere alla cifra che i cittadini italiani destinano con il 2 per mille del 730 ai partiti o alle associazioni.

Nella lista dei beneficiari del finanziamento pubblico ai partiti c’è anche Italia dei Valori, che da un paio di legislature non è stata presente alle elezioni, almeno con il proprio simbolo. Il partito fondato da Di Pietro, oggi nelle mani del presidente Ignazio Messina, grazie a un escamotage riceverà i finanziamenti pubblici. Messina nelle elezioni di settembre si è alleato col partito centrista “Noi con l’Italia” di Maurizio Lupi e tanto è bastato per essere inseriti nell’elenco dei beneficiari del 2 per mille.

Se Italia del Valori sorride, altri “piangono”. Rifondazione comunista di Maurizio Acerbo, che alle elezioni dello scorso 25 settembre si è presentata nella lista Unione popolare, non ha raggiunto il quorum e quindi senza rappresentanti in Parlamento resta fuori. Stessa sorte per Italexit di Gianluigi Paragone.