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Fmi sollecitata l’Italia: “Servono riforme dell’età pensionabile per la piena attuazione del Pnrr”

“L’invecchiamento della popolazione, i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e la frammentazione globale”, tutti impegni che “richiedono riforme che aumentino la produttività e investimenti nelle competenze e nelle infrastrutture verdi e digitali”

È quanto chiede il Fondo Monetario Internazionale all’Italia, ovvero una riforma fiscale che “tuteli la progressività” e un collegamento all’aspettativa di vita “con riforme dell’età pensionabile”. Secondo il FMI, quindi, l’Italia “Per contenere la spesa legata all’invecchiamento” della popolazione “l’età pensionabile dovrebbe essere collegata all’aspettativa di vita e le prestazioni dovrebbero essere maggiormente allineate con i contributi, mentre i regimi di prepensionamento dovrebbero essere aboliti”.

Per chi non avesse capito, significa che il governo dovrebbe aumentare l’età per andare in pensione, che in Italia è tra le alte dell’Europa e “maggiormente allineate con i contributi”, ovvero avere importi più bassi.

Una follia che alzerebbe la soglia di povertà di molto, ma che secondo la visione dei burocrati del FMI “La piena e tempestiva attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza sosterrebbe” la gestione delle “numerose sfide” che attendono l’Italia.

In Italia scrive ancora l’Fmi “sarebbe auspicabile una riforma del sistema fiscale per migliorare l’efficienza e l’equità”, L’invito – su questo tema – è ad adottare un modello di fisco che “incoraggi l’occupazione, abolisca le spese fiscali inefficaci, rafforzi la riscossione delle entrate e tuteli la progressività”.

In Italia sottolinea l’Fmila politica fiscale può aiutare l’economia a far fronte agli shock proteggendo al tempo stesso la sostenibilità delle finanze pubbliche”, Ma anche se nel 2022 “il rapporto debito pubblico/Pil è diminuito e i prestiti in sofferenza sono rimasti bassi” il Fondo invita a “cogliere l’occasione di accantonare la maggior parte delle entrate impreviste” legate anche all’aumento dell’inflazione. “Un piano credibile di riduzione del debito a medio termine, sostenuto da misure specifiche, attenuerebbe ulteriormente i rischi legati al debito” .

La nota del Fondo sottolinea comemantenere un saldo primario considerevole, ritagliando al tempo stesso spazio per gli investimenti pubblici, potrebbe portare a una rapida riduzione del rapporto debito/PIL e sostenere la crescita potenziale”.

Il Fondo Monetario Internazionale “incoraggia un forte controllo centralizzato e una gestione prudente delle garanzie del settore pubblico” visto che “l’attuale basso tasso di insolvenza sulle garanzie potrebbe non essere indicativo di rischi futuri”.

“Il monitoraggio, la gestione e gli accantonamenti prudenti sono essenziali per ridurre il rischio” che le garanzie vengano possano essere attivate andando “ad aggiungersi al debito pubblico se le perdite dovessero superare gli accantonamenti esistenti” continua la nota del Fondo. L’Fmi “consiglia di sottoporre a stress test il portafoglio di garanzie in scenari avversi” e in generale di “ridurre gradualmente lo stock di garanzie”.