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G20 Esteri in India, a Nuova Delhi 40 delegazioni: Sul tavolo Ucraina e rapporti Cina-USA-Russia

Per il ministro degli Esteri indiano Vinay Mohan Kwatra l’incontro sarà uno dei più grandi raduni di ministri degli esteri mai avvenuto durante un G20: il governo di Narendra Modi spera però che la crisi di Kiev, tra Washington e Mosca, non monopolizzi completamente l’evento

Ben 40 delegazioni – non solo le nazioni del G20, ma anche paesi terzi e rappresentanze di organizzazioni sovranazionali – prenderanno parte alla riunione dei ministri degli Esteri del G20 che si terrà domani 2 marzo 2023 a Nuova Delhi. L’incontro sotto la presidenza indiana sarà uno dei più grandi raduni di ministri degli esteri mai avvenuto durante un G20, ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri indiano Vinay Mohan Kwatra.

Il Ministro degli Affari Esteri, Subrahmanyam Jaishankar, presiederà le due sessioni che si svolgeranno durante questo vertice: “La prima sessione si concentrerà su tre principali argomenti, il primo relativo al multilateralismo, il secondo relative alla sicurezza alimentare ed energetica, e il terzo sui modelli di cooperazione allo sviluppo. La seconda sessione si concentrerà su quattro o altre cinque questioni chiave”.

Il governo di Narendra Modi spera che la crisi di Kiev, che si gioca tutta tra Washington e Mosca, non monopolizzi completamente l’evento, sebbene sia ovviamente questione in cima ai lavori. Per i “pesi massimi” è prevista la partecipazione del ministro russo Sergei Lavrov, del segretario di Stato americano Antony Blinken e del ministro degli Esteri cinese Qin Gang.

Per Roma parteciperà Antonio Tajani, per Londra James Cleverly, per Parigi Catherine Colonna, per Berlino Annalena Baerbock e per l’Unione europea Josep Borrell.

Ucraina

Certamente, non solo l’Ucraina sarà tema principale dell’evento. Vero è che la NATO a guida USA ha già speso oltre 130 miliardi di dollari nella guerra per procura contro Mosca e che gli USA sta costando più che la guerra diretta in Afghanistan, come anche vero è che anche la Cina è entrata direttamente nella questione con la sua proposta in 12 punti per portare Kiev e Mosca al tavolo delle trattative, proposta ben vista da Mosca, ma immediatamente stoppata da Washington che vuole ancora prolungare la guerra senza se e senza ma. Secondo recenti dichiarazioni per la Casa Bianca il conflitto potrebbe ancora durare anni, infatti la questione degli F16 USA a Kiev viene definito un fatto “a lungo termine”.

In sintesi, non si capisce quali cambiamenti possano avvenire o essere discussi durante questa ministeriale del G20. Del resto sembra che non siano previsti incontri diretti tra Lavrov e Blinken e la Turchia – grande intermediaria tra NATO e Russia – è rappresentata da Mevlut Cavusoglu, che prima dell’arrivo a Nuova Delhi in conferenza stampa ha chiarato la posizione di Ankara sulle sanzioni a Mosca: “Noi non abbiamo bisogno di resistere – alle pressioni esterne, ndr -, prendiamo le nostre decisioni come stato sovrano. Non aderiamo a nessuna sanzione unilaterale, sosteniamo solo quelle imposte con il sostegno delle Nazioni Unite. Quindi non si tratta solo della Russia, del resto noi non sosteniamo neanche le sanzioni contro l’Iran o qualsiasi altro paese. Prendiamo le nostre decisioni. Nessuno può fare pressione su di noi“, ha detto Cavusoglu.

Oltretutto la ministeriale Esteri segue di pochi giorni un’analoga riunione dei titolari delle Finanze a Bangalore, che si è conclusa senza una dichiarazione congiunta, poiché ovviamente Pechino e Mosca si sono rifiutati di firmare la dichiarazione la condanna delle azioni russe in Ucraina. Risultato che replica anche l’ultimo incontro del G20 a Bali in Indonesia, di novembre scorso, quando al Paese ospitante non rimase alternativa che riconoscere le differenze.

Palloni “spia” e Taiwan

Altra gatta da pelare per gli USA saranno i tesissimi rapporti con la Cina. Sul tavolo c’è l’arroganza americana di voler imporre alla seconda potenza economica mondiale di non supportare Mosca nella guerra, pena “sanzioni durissime”, cosa a cui Pechino ha già risposto duramente rivendicando la propria sovranità di scelta e la solidità delle relazioni russo-cinesi che non possono essere messe in discussione da Washngton, ma non solo.

Blinken ha avuto un incontro “infuocato” con l’alto diplomatico cinese Wang Yi il mese scorso in Germania, dopo che gli Stati Uniti hanno abbattuto un sospetto “pallone spia” cinese usando un caccia stealth F22, nemmeno fosse stato un UFO alieno.

Pechino dal canto suo è infuriata per le continue intromissioni di Washington su Taiwan, che starebbe venendo armata dagli USA come già successo con l’Ucraina, in previsione di un futuro e forse imminente scontro militare con la Cina.