Dalle sanzioni ci perde solo l’Europa: il rublo è stata definita la “moneta più forte del 2022”, il dollaro oggi tocca il massimo da 20 anni, mentre la moneta unica europea scende a quota 0,99 dollari a causa del rischio recessione legato all’emergenza energetica, aggravata dalla chiusura – ufficialmente ancora solo per motivi tecnici – del gasdotto Nord Stream 1. Sale anche il petrolio in risposta al price cap del G7
Dopo aver toccato i minimi nella mattinata, prosegue ancora in forte calo la seduta sulle Borse europee. Francoforte cede il 2,4%, Milano il 2,2%, Parigi l’1,6% e Londra lo 0,7% mentre il prezzo del gas sale a causa del gasdotto Nord Stream chiuso da Gazprom, ufficialmente, ancora solo per motivi tecnici – un “guasto”.
Ormai anche i maggiori mass media parlano apertamente di rischio recessione in Europa a causa della crisi energetica che rischia di flagellare l’inverno in arrivo. Una situazione che funge da cappio al collo dell’Euro, la moneta unica europea, che oggi è scivolata fino a 0,98 sul dollaro, segnando nuovi minimi dal dicembre 2002, per poi recuperare un po’ di terreno (-0,2% a 0,993), quello che invece non perde affatto è l’indice del dollaro statunitense, che ha toccato un nuovo massimo da 20 anni a questa parte, salendo fino a un massimo di 110,25.
Male anche gli indicatori pmi di agosto, con Germania ed Eurozona che restano in fase di contrazione. Il gas sale del 21,4% a 260,5 euro al megawattora, in una seduta in cui ha oscillato tra i 290 e i 254 euro. Sale anche il petrolio, (+2,7% a 89,2 dollari il wti e +2,9% a 95,7 dollari il brent) in vista del possibile taglio alla produzione dei Paesi dell’Opec+, che intendono difendere le alte quotazioni del greggio dopo la presa di posizione dei Paesi del G7 di attuare un price cap al petrolio russo.
Redazione Fatti & Avvenimenti