La tregua sarebbe dovuto entrare in vigore oggi alle 7.30, ma Hamas ha ritardato ‘per motivi tecnici’ la trasmissione dei nomi dei primi tre ostaggi da rilasciare. Israele conferma di averli ricevuti in ritardo
“Abbiamo mandato l’elenco ai mediatori”, ha dichiarato un alto funzionario di Hamas e poco dopo un funzionario israeliano ha confermato la notizia alla rete pubblica Kan .Lo riportano i media palestinesi, citati dal Times of Israel e Israele ha confermato.
L’accordo, raggiunto dai mediatori mercoledì, pochi giorni prima dell’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump, ha alimentato le speranze di una pace duratura nonostante l’ennesimo avvertimento di Netanyahu. ll premier, infatti, ha avvertito che l’accordo è “un cessate il fuoco temporaneo” e che lo Stato ebraico mantiene “il diritto di riprendere la guerra se necessario e con il sostegno degli Stati Uniti”.
Secondo i termini dell’accordo, le ostilità devono cessare e 33 ostaggi israeliani devono essere rilasciati, in una prima fase distribuita su sei settimane. In cambio, Israele rilascerà 737 prigionieri palestinesi, secondo il ministero della Giustizia israeliano, mentre l’Egitto riferisce che “più di 1.890 prigionieri palestinesi” saranno rilasciati durante questa prima fase. Il governo israeliano ha annunciato che gli ostaggi saranno rilasciati domenica, senza specificare il numero e la data.
La Tv, a Rafah annunia che “2.000 camion che trasportano aiuti umanitari e merci sul lato egiziano del valico di Rafah si stanno preparando a entrare a Gaza”: lo scrive su X la tv pubblica egiziana Al Qaera precisando gli automezzi “trasportano cibo, vestiti, forniture mediche, tende, prodotti per l’igiene e altri articoli di prima necessità”.
Il valico di Rafah, nell’ambito degli accordi per la tregua a Gaza, che dovrebbe riaprire oggi è l’unico punto di passaggio terrestre tra la Striscia e l’Egitto, che lo gestisce dal proprio lato (mentre il valico di Kerem Shalom è al confine anche con Israele, che lo controlla). Rafah è rimasto sempre chiuso dal maggio dell’anno scorso, quando l’esercito israeliano iniziò un’operazione militare nella città omonima, situata nella parte meridionale di Gaza, prendendo il controllo del lato palestinese del valico.