“Il pronto soccorso è in condizioni disastrose. Abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne. C’è molta confusione nella popolazione. Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi”
Questa la drammatica testimonianza del dottor Mohammad Qishta di Medici Senza Frontiere dall’ospedale Nasser di Gaza. “Sembra di essere tornati all’inizio della guerra. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione. Ci sono alcuni casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa, ferite al petto”, si legge in una nota dell’organizzazione.
Israele ha rotto la tregua unilateralmente e nella notte ha lancia una serie di raid sulla Striscia in “totale coordinamento con Washington”, uccidendo oltre 400 civili palestinesi, per lo più donne e bambini, “ma così tanti da novembre 2023”. Questa non è guerra, è genocidio. In guerra si spara contro i soldati nemici, i civili sono vittime collaterali, qui è il contrario si bombardano le case delle persone con il chiaro scopo di fare “pulizia”.
Secondo la Cnn, oggi è stata la giornata in cui la popolazione di Gaza ha subito il maggior numero di perdite dal 7 novembre 2023, quando morirono 548 persone, oggi sono oltre 400 e un numero poco quantificabile di feriti. Mahmoud Basal, portavoce della protezione civile dell’enclave, specifica al network Usa che nell’attacco israeliano sono uccisi “più di 130 bambini e molte donne”, incluse intere famiglie.
Se la carneficina è stata orinata per liberare gli ostaggi, è fallita, sono ancora 59 quelli ancora nelle mani di Hamas trattenuti nella Striscia di Gaza e da altri gruppi attivi nell’enclave palestinese. Si ritiene solo 24 siano vivi, come riportano i media israeliani. Le famiglie degli ostaggi contestano Netanyahu e con forza si sono mobilitate accusando il governo di Benjamin Netanyahu di averli “abbandonati”. Inoltre un esponente di Hamas citato da Al-Alaby Al-Jadeed parlava dell’uccisione di uno degli ostaggi e del ferimento di altri nei nuovi raid.
L’ambasciatore di Tel Aviv all’Onu getta benzina sul fuoco: “Niente ci impedirà di liberare i nostri prigionieri”. Ma il mondo intero, Usa a parte, punta il dito contro lo Stato Ebraico.
La Francia “condanna gli attacchi israeliani condotti da ieri sulla striscia di Gaza” e “lancia un appello ad uno stop immediato delle ostilità che compromettono gli sforzi di liberazione degli ostaggi e minacciano la vita delle popolazioni civili di Gaza”: lo ha detto il portavoce del Quai d’Orsay nel quotidiano punto stampa. Per il Quai d’Orsay, oltre a nuocere agli sforzi per la liberazione degli ostaggi, i nuovi raid israeliani “minacciano la vita delle popolazioni civili di Gaza”. “Tutte le parti devono tornare al rispetto della tregua nella sua integralità – ha proseguito il portavoce – ed impegnarsi nei negoziati in buona fede per renderli duraturi”. “La Francia lancia un appello alle autorità israeliane – ha continuato – affinché garantiscano la protezione permanente di tutti i civili, ripristino l’accesso all’acqua e all’elettricità, ed eliminino immediatamente gli ostacoli all’ingresso a Gaza degli aiuti umanitari”. Parigi, infine, “ribadisce il suo appello alla liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi ancora detenuti a Gaza”.
Da Londra il governo britannico ha criticato la ripresa su vasta scala dei devastanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza palestinese, invocando – per bocca di una portavoce del premier Keir Starmer – “il ritorno al cessate il fuoco” fra Israele e Hamas “al più presto possibile”. Nelle ore precedenti il ministro degli Esteri, David Lammy, aveva denunciato per la prima volta in modo esplicito come “una violazione del diritto internazionale” conclamata lo stop agli aiuti e il taglio all’elettricità imposto di recente alla popolazione di Gaza allo stremo dal governo di Benyamin Netanyahu.
Ambasciatrice palestinese in Italia: “Israele non ha mai rispettato il cessate il fuoco. Non solo perché non ha mai smesso di uccidere la nostra gente con le sue armi micidiali, ma perché l’ha fatta morire di fame, continuando a impedire l’ingresso nella Striscia di acqua, cibo e medicine, così da rendere ogni aspetto della sua vita semplicemente impossibile”. Lo afferma all’agenzia LaPresse l’ambasciatrice palestinese Abeer Odeh. “Tuttavia”, aggiunge, “con la sua nuova ondata di attacchi aerei lanciati la scorsa notte su Gaza, Israele ha mostrato una netta mancanza di rispetto per gli sforzi compiuti dalla comunità internazionale per fermare la guerra genocida in corso”.
Per il leader del M5S Giuseppe Conte :“Non possiamo permetterci che riparta il massacro a Gaza di cui Italia e Europa sono spettatori da mesi. Mentre venivano trucidati decine di migliaia di palestinesi, il governo italiano era impegnato a proteggere Netanyahu e a stringere le mani a lui e al suo Governo criminale”, scrive Conte sui social.
“A livello europeo è mancata una presa di posizione forte con misure concrete quali embargo sulle armi e sanzioni a Israele. Adesso è ripartito il massacro che coinvolge, ancora una volta, donne e bambini. Un solerte funzionario israeliano ha dichiarato che quest’ultimo raid ha una funzione ‘preventiva’ perché c’erano ‘movimenti insoliti’ a Gaza”. “Ma in tutto questo come si colloca l’Europa dei diritti, che si vanta costantemente della sua ‘superiore’ civiltà giuridica? L’Europa che abbiamo in mente noi non si gira dall’altra parte. Questa persistente indifferenza ha macchiato la nostra storia. Ora basta!”.
Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.Costa scrive su X : “Scioccato e rattristato dalle notizie provenienti da Gaza e dalle numerose vittime civili a seguito degli attacchi aerei israeliani della scorsa notte. La violenza deve cessare e i termini dell’accordo di cessate il fuoco devono essere rispettati. Tutti gli ostaggi e i detenuti devono essere rilasciati e gli aiuti umanitari devono essere ripristinati immediatamente”.
Per Oxfam Italia l’attacco di Israele ingiustificabile: “La rottura dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza da parte di Israele è ingiustificabile e ha causato oltre trecento vittime e centinaia di feriti. In nessuna circostanza è ammissibile il continuo attacco sui civili e sulle infrastrutture essenziali da cui dipende la sopravvivenza della popolazione. La tregua che è stata rotta rappresentava l’unico barlume di speranza per due milioni di palestinesi allo stremo e per gli ostaggi israeliani rimasti”. Lo dichiara Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia. “Come se non bastasse”, aggiunge, “le autorità israeliane hanno ordinato anche nuove evacuazioni che costringono migliaia di persone a a spostarsi, ancora una volta, verso luoghi dove non verrà comunque garantita la loro sicurezza, in palese violazione del diritto internazionale”.