L’Afd partito di ultradestra per la prima volta vince in Turingia ed è secondo in Sassonia, ad appena uno 0,4 sotto la Cdu. Pesantemente sconfitto il Scholz, punito per la sua posizione pro-Ucraina
Storico risultato per Bjoern Hoecke, il politico più radicale di Alternative fuer Deutschland, che vola nell’Est, primo in Turingia e secondo in Sassonia, un risultato storico da profondo significato politico, il partito contro gli immigrati e pro-Russia da una “sberla” senza precedenti al governo di Olaf Scholz, che ora avrà difficoltà a governare. La crisi economica, che l’elettorato imputa alla posizione pro Ucraina del governo, unita all’immigrazione senza freni, hanno determinato questo voto che è un campanello d’allarme per Bruxelles.
Il terremoto politico previsto dai sondaggi per le amministrative nell’Est del Paese, in Turingia e in Sassonia, hanno confermato il trionfo dei nazionalisti, il crollo dei partiti del governo di Olaf Scholz, la deriva della Linke e l’ascesa di Sahra Wagenknecht e del suo nuovo soggetto politico a sinistra della sinistra, contrario all’invio di aiuti all’Ucraina. Gli unici a resistere al nuovo che avanza sono stati i cristiano democratici della Cdu.
In Turingia, stando alle proiezioni della televisione Zdf, Afd ha sfondato con il 33,2% (+9,8 rispetto alle elezioni precedenti), la Cdu si è piazzata seconda con il 23,9% (+2,2), il neonato Bsw di Wagenknecht ha esordito con il 15,6%, mentre la Linke del presidente uscente Bodo Ramelow è franata all’11,4% perdendo quasi 20 punti. I socialdemocratici si salvano ma sono insignificanti al 6,1% (-2,1), i Verdi volano via dal parlamentino con un 3,9% (-1,3), sotto la soglia di sbarramento del cinque.
La Cdu nonostante l’esito del voto, non vuole mollare il potere e Hoecke si è già portato avanti invitando i partiti alle consultazioni per formare una coalizione. “Siamo pronti ad assumere la responsabilità del governo”, ha affermato, “senza di noi non può esserci stabilità in Turingia. Siamo noi adesso il partito del popolo”.
Alternative fuer Deutschland dopo la “sensazionale, storica vittoria”, come l’ha definita il leader nazionale Tino Chrupalla, anche se primo, dovrà fare i conti con il cordone sanitario eretto dagli altri partiti. Nessuna collaborazione con l’ultradestra, hanno ribadito i cristiano democratici e al momento anche Sahra Wagenknchet, la quale però ha annunciato che “stabilire che tutto quello che dice l’Afd sia sbagliato per principio, anche quando afferma una cosa giusta, non fa che rafforzarla”. Basta coi tabù, è la linea della donna che ha distrutto la sinistra nell’Est, dal punto di vista degli ex compagni della Linke.
Anche in Sassonia la situazione non è semplice, qui la Cdu con il 31,7% (-0,4) dei voti ha un leggero vantaggio sull’Afd, data al 31,4% (+3,9), dovrò fare i conti con il Bsw che ha ottenuto l’11,5%, i socialdemocratici hanno raccolto un magro 7,5% e i Verdi il 5,2. La Linke è scivolata fuori dal parlamentino con il 4,6% (-5,8). Con i numeri usciti dalle urne, la partita politica nell’est non è affatto conclusa e il clima di incertezza si farà sentire anche a Berlino, destabilizzando un governo e il cancelliere Olaf Scholz, già da tempo ritenuto da molti troppo precario.
“Non abbiamo raggiunto dei buoni risultati e non siamo contenti alla Willy Brandt Haus”, ha ammesso il segretario generale dell’Spd Kevin Kuehnert, “ma siamo riusciti ad evitare quello che noi temevamo e alcuni speravano: e cioè che per la prima volta uscissimo dai Laender”. I socialdemocratici, ha annunciato Kuehnert, reagiranno facendo sentire di più il profilo del partito al governo: “Non ci faremo più provocare da altri che sono usciti rumorosamente dai parlamenti”. Il riferimento è ai liberali, che hanno ottenuto l’1% in entrambe le regioni.
Redazione Fatti & Avvenimenti