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I Giovani CRI della Sicilia nelle piazze siciliane per la diffusione della cultura della Nonviolenza


La Giornata Internazionale della Nonviolenza, promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 15 giugno 2007, viene celebrata da quell’anno il 2 ottobre, giorno della nascita del Mahatma Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace e la nonviolenza.

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Concepita come strumento collettivo di liberazione e metodo di lotta alternativo alla guerra, la cultura della Nonviolenza si dissocia da violenza fisica, verbale, economica, politica, discriminatoria, religiosa e psicologica. Riconosce l’Umanità di tutti gli esseri e ne rispetta il valore. In questo senso, è lotta per l’affermazione dei Diritti e della dignità umana. È essere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo.

L’obiettivo dichiarato dalla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite è di “ divulgare il messaggio della nonviolenza, anche attraverso l’informazione e la consapevolezza pubblica”. A tale scopo, il Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa celebra la Giornata Internazionale della Nonviolenza attraverso iniziative volte alla diffusione della pace e del concetto di nonviolenza.

In linea con i Principi e i Valori del Movimento, dal 2013 il Comitato Regionale CRI della Sicilia porta avanti delle attività specifiche in tema di violenza contro le donne, diffondendo la conoscenza del numero di pubblica utilità 1522, per la riduzione e il contrasto al fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.

“Nonviolenza non significa soltanto assenza di violenza, quanto comprensione e adozione di uno stile di vita attivo e critico e una metodologia d’azione che tenda al miglioramento radicale della condizione umana”, spiega Luigi Corsaro, Presidente Regionale CRI Sicilia. Nella giornata del 2 ottobre, i Giovani CRI della Sicilia saranno impegnati nelle piazze siciliane con l’iniziativa  “C’è una cosa che hai detto”, durante la quale saranno disponibili a parlare con chiunque ne abbia voglia su qualsiasi tematica. I volontari coinvolti saranno chiamati infatti in prima personaa farsi promotori e diffusori della cultura della Nonviolenza , il che significa in primo luogo avere un atteggiamento attivo e aperto verso l’Altro.