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Gli Usa ammettono: “Abbiamo aiutato a fare colpi di Stato in tutto il mondo dall’Afghanistan all’Iraq”

Un’ammissione pesante che arriva da John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale di Donald Trump ed ex ambasciatore Usa all’Onu con George W. Bush: “Abbiamo aiutato a fare colpi di Stato nel mondo”

John Bolton è un personaggio tutt’altro che secondario della storia politica degli ultimi 40 anni degli Stati Uniti e le sue dichiarazioni rilasciate alla Cnn, il cui tema era il coinvolgimento di Trump nell’assalto al Parlamento americano, dopo aver perso le elezioni del 2020 contro il suo avversario Joe Biden. Bolton sulla vicenda americana ha detto che “Quello del 6 gennaio 2020 a Capitol Hill, non fu un colpo di Stato attentamente pianificato”. Ed ha aggiunto: “Come persona che ha aiutato a fare colpi di Stato, non qui ma in altri posti, posso dire che organizzare una cosa simile richiede un sacco di lavoro e questo non è quello che ha fatto”.

La risposta di Bolton, che ammette che la Casa Bianca ha partecipato attivamente alla realizzazione di colpi di Stato in diversi scenari internazionali, inevitabilmente ha provocato l’interesse della giornalista della Cnn, Jake Tapper, che ha chiesto dove esattamente si è concretizzata l’ingerenza americana. La risposta di Bolton è stata secca “Non entrerò nei particolari”, ma il riferimento a Afghanistan e Iraq è stato evidente.

L’ex consigliere di Trump, dunque non ha voluto dire in quali Stati c’è stato il coinvolgimento Usa nel fare cadere i governi democraticamente eletti, ma ha parlato del tentato colpo di stato del maggio 2020 per rovesciare il presidente del Venezuela Nicolas Maduro. Gli Usa organizzarono una “armata Brancaleone” formata da 8 uomini appartenenti ad una compagnia privata di sicurezza, che maldestramente tentarono di raggiungere le coste venezuelane in barca, con l’obiettivo di raggiungere la capitale, Caracas, e con il supporto aereo delle forze americane e degli insorti locali, avrebbero dovuto catturare il presidente dal Palazzo Presidenziale. L’operazione fallì miseramente, la squadra, che viaggiava a bordo di una piccola imbarcazione fu subito intercettata dall’esercito di Maduro.

Le dichiarazioni di ieri di Bolton lasciano comunque perplessi, se è vero infatti che per pianificare un colpo di Stato ci vuole tempo ed una adeguata pianificazione, il tentato colpo in Venezuela in cui gli Usa sarebbero coinvolti, non può essere considerato un piano ben organizzato. Difficilmente pochi uomini, scarsamente armati avrebbero potuto portare a termine un’operazione che sembrava fin dall’inizio una “ Mission impossible” . Ed infatti lo stesso Bolton ha ammesso: “L’operazione si è rivelata un fallimento. Non che noi abbiamo avuto molto a che fare con questo, ma ho visto cosa ci vuole per un’opposizione per cercare di rovesciare un presidente legalmente eletto ed hanno fallito”.

Le dichiarazioni di Bolton, come prevedibile, hanno fatto il giro del mondo con le Cancellerie che hanno commentato togliendosi qualche sassolino dalle scarpe. Le critiche verso l’ingerenza di Washington in diverse crisi internazionali sono state molto aspre ovunque e in riferimento a diversi scenari del passato. Si parte dal lontano 1953, per capire il ruolo americano avuto nel rovesciamento dell’allora primo ministro nazionalista iraniano Mohammad Mosaddeq, fino ad arrivare alla guerra in Vietnam e all’invasione di Iraq e Afghanistan.

Tra le prime reazioni c’è stata quella cinese la cui portavoce del ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin, ha dichiarato:Non è una sorpresa, l’ammissione mostra semplicemente che interferire negli affari interni di altri Paesi e rovesciare i loro governi è diventato una prassi del governo Usa”.

Non da meno la reazione di Mosca, che tramite la portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharaova ha chiesto un’immediata indagine internazionale: “È importante conoscere in quali altri Paesi gli Stati Uniti hanno pianificato colpi di stato”.

Anche Evo Morales, l’ex presidente della Bolivia fatto cadere nel 2019 con un colpo di stato condotto dall’esercito sulla base di accuse di elezioni non trasparenti, su twitt ha dichiarato che “le parole di Bolton mostrano che gli Stati Uniti sono il peggior nemico della democrazia e della vita”.

Infine la Turchia, dove un giornale locale ha commentato le parole di Bolton, facendo riferimento al fallito tentativo di rovesciare il governo di Ankara nel 2016. In quell’occasione il premier Erdogan, pare, fu salvato dall’intervento di una unità degli Specnaz, forze speciali russe, inviate direttamente da Putin.