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Guerra in Ucraina: I Russi entrano a Kiev, G7 pronti a sanzioni, Cina le boccia e parla di negoziati

Draghi fa la voce grossa con gli applausi del parlamento che scandiscono il suo discorso, Zelensky si dice braccato e si nasconde “da qualche parte” a Kiev, la Cina mentre si dimostra vicina alla Russia invia caccia da combattimento sui cieli di Taiwan e la Russia chiude lo spazio aereo ai mezzi inglesi dopo dichiarazioni di Boris Johnson

La guerra

Ad un solo giorno dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina le truppe del Presidente Russo Vladimir Putin stanno già lanciando l’attacco sulla capitale, con i carri armati nella periferia della città già da questa mattina. Le truppe ucraine paiono annichilite, con l’aereoporto di Hostomel – a pochi km da Kiev e nelle cui vicinanze l’esercito ucraino tenta di combattere ancora –  usato come testa di ponte per l’arrivo delle truppe aviotrasportate. I cieli ucraini sono sotto il controllo russo, avviati i bombardamenti anche su Kiev e su Kharkiv, seconda città ucraina con quasi un milione e mezzo di abitanti, secondo il Moscow Times.

Intanto all’agenzia Tass il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov ha dichiarato che l’esercito russo ha distrutto 14 sistemi antimissilistici ucraini, abbattuto cinque aerei da guerra, cinque droni e un elicottero ieri. Smantellate inoltre 36 stazioni radar e distrutti diciotto carri armati, altri tipi di veicoli da combattimento, sette lanciarazzi, 41 veicoli a motore militari e cinque navi militari; ha concluso Konashenkov.

Si combatte a Mariupol, e nel Donbass anche se la fine appare scontata essendo state di fatto conquistate già ieri dalle forze armate russe, a Odessa i russi già controllano l’aeroporto. Diverse basi militari ucraine erano già state distrutte ieri, soprattutto quelle della marina ucraina: da Odessa alle basi sul Mar Nero e nel Mar d’Azov.

In questo senso si segnala soprattuto la distruzione della base navale di Ochakov, nella regione di Nikolaev, costruita dagli Stati Uniti nel 2017 come “Centro operativo navale”.

Lo stesso Vladimir Putin aveva parlato di questa base nel suo discorso del 21 febbraio scorso, con il quale riconosceva l’indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, affermando che Ochakiv era la “chiave per i piani degli Stati Uniti e della NATO per trasformare l’Ucraina in una base per gli attacchi contro Russia”.

Bilanci in termini di vite umane non ve ne sono ancora, si parla di stime e per lo più di parte. Il Governo Ucraino, parla di almeno 137 morti tra le file ucraine e 800 morti tra i russi. Un bilancio oggettivamente poco credibile da tutti i punti di vista considerato che secondo tutti gli osservatori internazionali le forze ucraine appaiono ormai gravente compromesse e che lo stesso governo ucraino con il Presidente Zelensky ha disposto una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età – ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese – mentre il ministro della Difesa ucraino, Alexey Reznikov, ha annunciato oggi di avere aperto l’arruolamento nell’esercito del Paese anche agli ultrasessantenni; esclusi quindi al momento almeno i minorenni, ma la situazione appare evidentemente in tragica evoluzione considerato anche il Presidente Zelensky si è anche appellato agli europei che hanno “esperienza di guerra” a “venire a combattere in Ucraina”.

Il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che la Russia è pronta ad avviare un dialogo diplomatico se l’Ucraina “depone le armi”, riconoscendo inoltre l’autorità di Presidente a Zelensky, ma ritenendo non democratico il governo Ucraino. Il numero uno della diplomazia russa ha affermato che: “Nessuno occuperà l’Ucraina, lo scopo dell’operazione è dichiarato apertamente: smilitarizzare e de-nazificare”, ha detto in conferenza stampa a Mosca il ministro degli Esteri che ha poi continuato sulle motivazioni della guerra: “I Governi Occidentali hanno chiuso un occhio sui crimini di guerra contro la popolazione civile, sugli omicidi di donne, bambini, anziani, sulla distruzione delle infrastrutture civili e incoraggiato silenziosamente il rapido emergere del neonazismo e della russofobia in Ucraina, che alla fine ha fatto precipitare il paese nel suo attuale tragico stato”.

Il ministro degli Esteri ha poi criticato l’Occidente per aver “negato che un genocidio fosse in corso in Ucraina”, dove le forze di Kiev per 8 anni hanno attaccato militarmente le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, infrangendo gli Accordi di Minsk firmati dalla stessa Ucraina.

Di identico tenore le parole del Presidente Russo Vladimir Putin in un discorso televisivo, aveva affermato che le circostanze “richiedono un’azione decisa e immediata da parte nostra, le repubbliche popolari del Donbass si sono rivolte alla Russia con una richiesta di aiuto”.

Dalla parte ucraina si registrano diverse dichiarazioni del Presidente Zelensky: “Le sanzioni devono essere ulteriormente rafforzate” ha scrittro Volodymyr Zelensky in un tweet, spiegando che “oggi l’Ucraina ha più che mai bisogno del supporto dei partner. Chiediamo una reazione efficace alla Federazione Russa”. Poche ore dopo Volodymyr Zelensky ha tuttavia invitato l’omologo russo, Vladimir Putin, a sedersi ad un tavolo delle trattative. Lo scrivono le agenzie russe Tass e Interfax. “Voglio fare appello ancora una volta al presidente della Federazione russa perché si sieda al tavolo del negoziato e fermi la morte delle persone”. Zelensky avrebbe inoltre accettato di mantenere la neutralità del Paese rispetto alla Nato.

Reazioni Internazionali

Intanto il presidente cinese Xi Jinping ha avuto una telefonata oggi pomeriggio (ora cinese) con il suo omologo russo Vladimir Putin. Lo riferisce l’emittente statale Cctv. La Cina “sostiene Russia e Ucraina per la soluzione dei problemi attraverso i negoziati”: il presidente Xi Jinping, nel colloquio avuto con l’omologo Vladimir Putin, ha ribadito che “la posizione fondamentale della Cina è di rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi e degli scopi e dei principi della Carta dell’Onu”. Pechino, ha aggiunto Xi nel resoconto del network statale Cctv, “è disposta a collaborare con la comunità internazionale per sostenere un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile e per salvaguardare il sistema internazionale con l’Onu al centro”.

La notizia del colloquio telefonico arriva dopo le notizie di ieri in cui la Cina rifiutava la definizione di “invasione” dell’operazione militare russa in Ucraina e confermava la sua partnership strategia con la Russia. Del resto proprio oggi la Cina  ha fatto sapere che “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia”. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, secondo cui “gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011”, che sono risultati strumenti “non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi”.

A seguito dell’attacco russo all’Ucraina, la presidente dell’isola di Taiwan, Tsai Ing-wen ha chiesto all’esercito di rafforzare l’impegno per la pace regionale dopo un briefing sulla sicurezza. Taiwan ieri ha infatti denunciato l’incursione di nove caccia militari cinesi nella sua zona di indentificazione aerea, in quella che è l’iniziativa più grande delle ultime due settimane da parte dell’Esercito di liberazione popolare.

Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico anche con il presidente siriano Bashar al-Assad. Lo riporta il servizio stampa del Cremlino, citato da Interfax. “Il presidente siriano ha espresso un forte sostegno all’operazione militare speciale della Russia per proteggere la popolazione civile delle repubbliche del Donbass, condannando al contempo le politiche destabilizzanti degli Stati Uniti e della Nato, che un tempo hanno portato a un grave degrado della situazione in Medio Oriente”.

La Georgia si chiama fuori dalle contese con la Russia. Lo dice il primo ministro, Irakli Garibashvili, all’agenzia russa Tass. “Siamo venuti a conoscenza delle azioni dei nostri partner internazionali in seguito all’azione militare in Ucraina, ossia sanzioni economiche e finanziarie per la Russia. Voglio che sia chiaro che, considerando il proprio interesse nazionale, la Georgia non intende partecipare”. Presa di posizione chiarissima dopo il discorso di Vladimir Putin in cui ha affermato che chiunque si sarebbe intromesso in Ucraina avrebbe dovuto affrontre “conseguenze mai viste prima”, considerato anche il fatto che proprio la Georgia nel 2008 fu oggetto di una invasione-lampo russa.

I Paesi Occidentali, soprattutto G7 ed Unione Europea condannano fermamente la Russia per quanto sta avvenendo, dichiando duramente di aver varato pacchetti di sanzioni «molto dure» contro la Russia.

Contrasti diplomatici particolarmente duri tra Inghilterra e Russia, con Johnson che ha promesso a Zelensky “ulteriore sostegno del Regno Unito all’Ucraina”. “Il presidente Zelensky ha aggiornato il primo ministro sui più recenti progressi militari russi… inclusi i terribili sviluppi a Kiev. Il primo ministro si è impegnato a fornire ulteriore supporto del Regno Unito all’Ucraina nei prossimi giorni”, si legge in un comunicato del primo ministro. Ha assicurato Johnson: “Il mondo è unito nell’orrore di fronte a ciò che Putin sta facendo”, e deve “dimostrare che Putin non può agire così con impunità”.

La Russia ha intanto annunciato la chiusura del proprio spazio aereo a tutti gli aerei britannici, dopo che Londra ha imposto sanzioni alla compagnia aerea di bandiera russa Aeroflot in risposta all’invasione dell’Ucraina. Il divieto si applica anche ai voli in transito. A comunicarlo è stato l’ente regolatore dell’aviazione civile.

Sul lato italiano si registra il discorso del presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha parlato in Parlamento, spiegando che “sono pronti 3.400 militari italiani” per dare supporto al fianco Est della Nato (non per entrare in guerra sul campo ucraino) e che le sanzioni alla Russia avranno un forte – e negativo – impatto anche sulla nostra economia.

Il Presidente delle Repubblica Mattarella ha affermato che: “Non possiamo accettare che la follia della guerra distrugga quello che i popoli dell’Europa hanno costruito. Non ci si è limitati a risollevarsi dalle guerre fratricide del passato ma è stato fatto un grande sforzo per realizzare un mondo di reciproco rispetto e collaborazione. Un mondo che non intende veder calpestati i principi della convivenza”.