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Hezbollah colpisce con un missile russo Kornet il cuore della difesa aerea israeliana che ammette i danni

Quando Hezbollah dissero “Abbiamo colpito gli occhi dei sionisti!” sembrava la solita propaganda di guerra… poi è arrivata la conferma dell’esercito israeliano

Sabato scorso Hezbollah ha lanciato ben 60 razzi dal Libano sulla Galilea del nord che hanno centrato due delle tre cupole che gestiscono la difesa aerea israeliana nel nord. Si tratta della base posizionata sul monte Meron che monitora tutto il traffico aereo sul confine, rilevando i tentativi d’infiltrazione. Un danno davvero grave, da qui infatti, l’Israel Air Force controlla tutto ciò che vola in Libano, in Siria, in Turchia e nel Mediterraneo orientale.

Inoltre in quella base c’è la centrale di disturbo dei segnali elettronici del nemico sciita, con isistemi radar a lungo e corto raggio, la gestione dell’Iron Dome per bloccare i razzi, con una sala comando e un sistema di comunicazione digitale per intercettare qualunque tipo di drone. L’esercito israeliano ha riconosciuto la semi-distruzione della base, non comunicando il numero delle vittime, ma evidenziando che fortunatamente il sistema di difesa aerea ha un backup, che lo ha protetto da danni ancora peggiori.

Ma a questo punto la sicurezza è compromessa e non tanto per il danno già subito, ma per ciò che potrebbe accadere in futuro e questo perché Hezbollah, ora si è dotato del missile russo Kornet. Domenica scorsa la Dia, la principale agenzia americana d’intelligence militare all’estero, ha consegnato al governo Netanyahu un rapporto riservato che sconsiglia d’aprire il fronte libanese, spiegandone le motivazioni. Hezbollah non sono Hamas, ma sono molto più forti, mentre la difesa israeliana al confine nord è troppo sguarnita, perché i soldati di Tel Aviv sono quasi completamente schierati a Gaza.

Hezbollah è consapevole di questa superiorità e continua a lanciare attacchi al monte Meron con l’uso del nuovo sofisticato missile anti-tank russo, il Kornet, un’arma che gli israeliani non avevano previsto: “È un razzo che conosciamo bene – spiega un esperto militare, Yair Amìnsbacher -, ma di solito aveva un raggio d’azione di 5 km e sapevamo fin dove potesse arrivare. Hezbollah, invece, ha dimostrato di disporre di modelli che arrivano anche a 10 km, forse di più. Il monte Meron sta a 7 km al di qua del confine. Non ne hanno molti, ma ne hanno. Il Kornet può sfondare blindature pesanti d’un tank, la sua testata è costruita per questo. Anche se ha limitate possibilità di distruggere interamente una base militare come quella”.

Ciò che l’Idf oggi teme di più è che Hezbollah abbia fatto scorta di armamenti potenti e questo spiega in parte perché Netanyahu insista a colpire proprio il nord del Libano: “Hezbollah – dice il premier – deve capire quel che sta capendo Hamas: nessun terrorista è al sicuro”, ma mettendo in allarme gli americani che temono proprio l’apertura di un nuovo fronte di guerra a nord.

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