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Il Brasile anche con Lula Presidente non applica le sanzioni contro la Russia

Chi si aspettava che con il cambio del presidente il Brasile avrebbe cambiato la linea politica estera sarà rimasto deluso, ma era prevedibile che un Paese che fa parte dei Brics non avrebbe mai fatto qualcosa che potesse nuocere ad un importante partner commerciale

Ignacio Lula da Silva ha vinto le elezioni in Brasile contro Bolsonaro con un piccolissimo margine, ma non ha la maggioranza nel Congresso che è di centro-destra ed è evidente che la politica economica del grande Paese è decisa in quella sede. E dunque con il passaggio da Bolsonaro a Lula la continuità in politica estera darà mantenuta e il rifiuto di applicare le sanzioni economiche decise dall’Occidente contro la Russia è parte integrante se non principale di questa continuità.

Il Brasile da tempo non si riconosce più nell’Occidente geopolitico e come molti paesi emergenti continua a covare una cultura del risentimento anti-colonialista verso il Nord del pianeta, in particolare contro gli Stati Uniti che considerano oppressori. Il paese verde-oro è stato tra i primi ad aderire ai Brics, ovvero al club di potenze emergenti che include anche Russia, India, Cina e Sudafrica, che di fatto è l’antagonista del G7 in cui siedono le vecchie potenze industriali. Questi paesi composti da asiatici africani e latinoamericani, non hanno condannato l’aggressione russa in Ucraina e di conseguenza non applicano le sanzioni contro Mosca con cui hanno buoni rapporti economici e ancora di più con Pechino che è il primo partner commerciale del Brasile.

La Repubblica Popolare cinese infatti è di gran lunga il primo partner commerciale del Brasile e da tempo ha superato gli Stati Uniti. La crescita brasiliana dipende molto da ciò che la Cina vuole comprare qui, dall’energia ai minerali alle derrate agricole. L’Unione europea non è abbastanza “potente” per sfidare le due tendenze che influenzano la politica estera brasiliana: da una parte il risentimento verso gli Usa e dall’altra il condizionamento economico cinese.