⦿ Ultim'ora

Il governo riporterà la diaria migranti a 30-35 euro al giorno e darà 3milioni a enti vicini al PD per lo “studio”


Non solo dunque eliminazione dei decreti sicurezza, ma anche il ripristino delle vecchie tariffe e per farlo faranno uno studio del settore, pagato 3 milioni di euro a enti molto vicini al Partito Democratico

Più soldi per ogni migrante alle cooperative a alle associazioni che si occupano di accoglienza, è questo uno dei prossimi obbiettivi che il PD si è posto da raggiungere a breve. Come riportato oggi da il Giornale.it, i democratici, per la gioia di tutti quei soggetti che si occupano di accoglienza, con l’abrogazione del decreto Salvini sul capitolato d’appalto, che aveva abbassato le tariffe per l’accoglienza degli immigrati in una forbice tra 21 e i 25 euro, ritorneranno a percepire di fatto le stesse somme che avevano stabilito i ministri Alfano e Minniti, cioè dai 30 ai 35 euro pro capite e pro die.

Un bel ritorno al passato ed una manna per i soggetti già operanti, ma sopratutto per quelli che, proprio a causa del ribasso, avevano deciso di chiudere e che ora verosimilmente riapriranno i battenti.

Ma la pacchia non è finita, la sinistra per fare ciò, non si limiterà ad aggiornare le tariffe, ma come è nel loro stile, faranno “uno studio di settore”, affidandolo ad enti, per una cifra di 3 milioni di euro, per l’esattezza 2.272.950,20 + IVA, che si occuperanno di analizzare la qualità delle forniture di beni e servizi per la gestione e il funzionamento dei centri di prima accoglienza, della stima sull’abbattimento di ogni sovraffollamento e della diminuzione del numero dei centri.

Il mandato per lo studio scientificamente accurato sugli standard qualitativi e quantitativi dell’accoglienza, sarebbe già pronto e servirà per giustificare il nuovo aumento delle quote giornaliere.

Ma vediamo chi sarà ad aggiudicarsi l’appalto ed eseguire questo studio. Si tratta di un raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) di rara eccellenza, sicuramente preparatissimi ed esperti del settore, tra i quali figurano molti personaggi legati politicamente al PD, buonisti che sognano l’accoglienza ad ogni costo.

C’è la società Cles srl amministrata da Alessandro Ferdinando Leon, figlio del più noto Paolo; il Cespi di cui è presidente Piero Fassino, dirigente del Pd e nel quale lavora come ricercatrice Veronica Padoan, figlia dell’ex ministro dell’Economia.

Inoltre le due società saranno affiancate dal Codici, la cooperativa sociale milanese presieduta da Massimo Conte fautore della battaglia per l’integrazione di Rom e Sinti, il centro di ricerca Reflect e l’area sociologica del Cnr Incres di Torino.

Non resta quindi che attendere i risultati di questo studio, che appare scontato e poi, conseguenzialmente a ripristino erogazioni avvenute, attendere i prossimi bandi di gara per la gestione dei Cas, per la gioia delle cooperative, degli enti benefici, onlus e ong varie.