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Il movimento “no green pass” passa da 35mila a 42mila iscritti in poche ore e annuncia manifestazioni in tutt’Italia


“Non siamo squadristi, ma il popolo sovrano a cui non piace la violenza, ma che se siamo costretti a difenderci, allora la useremo”. Questo è il messaggio dei “no green pass” lanciato sui social

Il movimento “no green pass”, che su una sola chat Telegram, conta quasi 42mila iscritti, è composto da anime diverse: studenti, famiglie, anziani, professionisti, disoccupati. Di fatto un pezzo d’Italia eterogeneo che va dai no vax, ai solo no green pass, da complottisti a docenti universitari, passando per volti noti in Tv e media.

I canali Telegram sono la piattaforma preferita del movimento ed in uno di questi  in poche ore gli iscritti sono passati da 35mila a 42mila, davvero un bel “salto”. Il canale più seguito è “Basta dittatura” e lo zoccolo duro degli iscritti sta pianificando le sue azioni di protesta contro l’obbligo del green pass. Nei tanti messaggi postati sul canale viene dettata una vera e propria agenda che fa presagire un avvio di settembre caldissimo.

Si parte con l’annuncio del blocco delle stazioni ferroviarie in oltre 50 città, tra le quali Genova, Roma, Torino e Milano. L’obiettivo è di manifestare contro l’obbligo dell’utilizzo della carta verde per chi viaggia sui treni a lunga percorrenza.

“Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù? – Si legge nella chat – Allora non partirà nessuno”. Gli organizzatori dichiarano che si tratta della mobilitazione dal “popolo, autogestito, pacifico”. L’appuntamento è per domani primo settembre davanti alle stazioni per restare fino a sera. L’invito è a portare “anche i bambini” perché “sarà un’iniziativa pacifica come nei sabato passati”.

Poi il 2 settembre ci sarà un presidio sotto i palazzi sede della Regione, dalle 10 alle 12. Anche in questo caso sono decine le città d’Italia elencate nella chiamata alla protesta.

Il 3 settembre – si legge sempre nella chat – sarà la volta del presidio contro i mass media, in particolare sotto le “sedi canali manipolazione”. È proprio contro stampa e giornalisti che si sono scatenate nelle ultime settimane le reazioni più violente, dai cori alle aggressioni verbali, sfociate persino in aggressioni fisiche.

Sabato 4 settembre ci saranno “proteste in tutta italia dalle 18”.

Domenica 5 settembre giorno di”riposo”, in attesa del 6 settembre, con appuntamento a Roma per lo “sciopero e tutti al parlamento”.