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Il Procuratore Capo della Corte Penale Internazionale vuole una “resa dei conti” contro la Russia in Ucraina

La dura dichiarazione del giurista riportata dalla CNN

Karim Ahmad Khan, procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi), ha dichiarato che verranno giudicati “un giorno” i crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina. Più specificamente, il procuratore capo della Cpi parla di “resa dei conti”.

Khan intervistato infatti dalla Cnn ha dichiarato che il diritto internazione “garantirà che ci sarà un giorno della resa dei conti in Ucraina e in altre situazioni in cui qualsiasi bullo, qualsiasi individuo con una pistola o un missile, o con la capacità di infliggere terrore ai più vulnerabili, si renderà conto che la legge esiste”.

La legge potrebbe non essere così forte come molte persone vogliono, ma non è così debole come molte persone pensano. E la legge è in gioco”, ha sottolineato il capo della Cpi.

Le parole di Khan sono interessanti anche alla luce del fatto che nè la Russia né l’Ucraina facciano parte dei 123 paesi che aderiscono allo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, ossia gli Stati Parte della Corte penale internazionale (CPI) che hanno aderito allo Statuto di Roma, accettando quindi la legislazione sovranazionale di un organismo giurisdizionale nel caso di gravi violazioni delle convenzioni di Ginevra, crimini di guerra, genocidio, crimini contro l’umanità e crimine di aggressione. Ci si chiede quindi quali strumenti legali esistano da parte della Corte con sede all’Aia di giudicare i crimini commesi in Ucraina, dato che solo con una determinazione del Consiglio di Sicurezza ONU potrebbe dargliene facoltà. Cosa assolutamente imposibile dato il potere di Russia e Cina di porre il veto in quanto membri permanenti.