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Immigrazione. Effetto Salvini: da inizio anno solo 262 sbarchi, meno 95% e aumento di 4 volte dei rimpatri


Arrivano i dati ufficiali sull’immigrazione forniti dal Ministero degli Interni che a dispetto dell’Onu che “bacchetta” l’Italia per le politiche sui migranti e le Ong, danno ragione al ministro Matteo Salvini, fautore della linea dura sull’immigrazione

Lo slogan più gettonato dal Ministro dell’Interno Salvini è stato “Dalle parole ai fatti”, e i numeri gli danno ampiamente ragione. I dati ufficiali relativi ai primi due mesi di quest’anno, gennaio e Febbraio, dicono che sono sbarcati in Italia solo 262 immigrati, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente, il 2018, furono ben 5.247. Una riduzione degli arrivi dei clandestini che supera nei fatti il 95%.

Ma non è finita, agli sbarchi si aggiungono i numeri dei rimpatri, che sempre relativamente al periodo 1 gennaio 28 febbraio di quest’anno, superano di quattro volte gli arrivi del periodo del 2019: 1.099 stranieri sono stai rimandati indietro nei loro Paesi d’origine, di cui 1.013 forzati e 86 volontari assistiti.

Questi numeri però significano anche una riduzione delle uscite monetarie, quindi un risparmio reale per le casse dello stato, considerando infatti che ognuno degli immigrati richiedenti asilo fino allo scorso anno costava 35 euro al giorno ai contribuenti per il suo mantenimento ed oggi con il decreto voluto da Salvini, 18 euro.

I conti sono presto fatti: prima un migrante costava 1100 euro al mese, significa che moltiplicato per i 5462 immigrati accolti dalla sinistra, lo Stato spendeva circa 6 milioni al mese, mentre oggi per mantenere i 262, a 18 euro, circa 14mila euro al mese. Il risparmio per i contribuenti, solo relativamente a questi casi è di quasi 6 milioni al mese rispetto al 2018.

la sinistra potrà urlare nei talk show, ma i numeri sono numeri e le urla tali restano.