Inchiesta spaccio cocaina Palermo bene: anche un Giudice di Agrigento sorpreso con lo spacciatore


Ci sarebbe anche un giudice in servizio nella procura di Agrigento, tra gli indagati nell’inchiesta dello spaccio ci cocaina nella Palermo “bene”.

Il magistrato sarebbe stato sorpreso dalla polizia proprio mentre incontrava il pusher nel centro di Palermo e al controllo degli agenti, ha mostrato il tesserino dell’ordine.

A riportare la notizia è, Palermo.Repubblica.it. Il fatto è successo il 3 febbraio scorso, è un venerdì sera e gli amanti dello “sballo”, sono in fermento. Il Pusher di “fiducia” della “Palermo bene”, si chiama Antonino Di Betta e quella sera come tutti i fine settimana è molto “ricercato” , ma dai suoi clienti.

La polizia che lo tiene d’occhio questo lo sa bene e mette il suo cellulare sotto controllo e le telefonate, puntuali arrivano: “Compare, dove sei?”, sembra uno dei tanti acquirenti, uno che ha molta fretta, ed invece l’uomo che chiama è un giovane giudice di 35 anni, in servizio presso il tribunale penale di Agrigento.

Gli agenti della Narcotici però, questo “piccolo” particolare non possono saperlo, da ore sono intenti , alcuni con le cuffie nella sala ascolto della squadra mobile, altri invece mimetizzati fra i ragazzi della movida palermitana, ad intercettare e pedinare il pusher, nella speranza che commetta un errore e si faccia sorprendere con i clienti mentre consegna la merce. Ma l’uomo è furbo, sfuggente e molto prudente.

Intanto arriva la mezzanotte e contemporaneamente un’altra delle 3 telefonate del giudice, che chiede nuovamente al Di Betta. “Compare dove sei?”, il pusher risponde: “Sono in via Mazzini”.

L’appuntamento è al Chatulle pub, locale noto e frequentato delle notti palermitane. I due arrivano, si salutano  e incominciano a parlare, ma contemporanemente arrivano anche gli agenti della Narcotici. A Di Betta nella tasca, gli vengono trovati 25 dosi di cocaina e viene arrestato, mentre all’altro uomo, la polizia non trova nulla, ma è molto nervoso e dalla giacca tira fuori un tesserino dicendo: “Sono un giudice”. Per gli agenti della narcotici, la cosa non cambia la sostanza dei fatti e come da prassi seguono la procedura di riconoscimento prevista dalla legge.

Quinid, alla lunga lista di clienti eccellenti, composta da 15 avvocati, un assistente di volo, due noti ristoratori del centro città, un dentista e un assicuratore, tutti clienti affezionati degli spacciatori della cosiddetta “Palermo bene”, ora si aggiunge anche un giudice.