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Inviava lettere estorsive dal carcere ai titolari di un’attività commerciale: nuovamente arrestato


La Squadra Mobile di Messina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma l’arrestato non dovrà fare molta strada

Missive dal tenore chiaramente estorsivo inviate dal carcere dove era detenuto: questo quanto emerso dall’attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Messina coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura, che ieri ha notificato al messinese di 29 anni, ristretto presso l’Istituto Penitenziario di Barcellona Pozzo di Gotto, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Messina.

Bersaglio delle “lettere estorsive” era un esercizio commerciale che l’uomo era solito frequentare prima di essere arrestato nell’estate del 2016 per altre vicende giudiziarie. Tramite i manoscritti l’uomo minacciava spiacevoli conseguenze qualora i titolari non avessero ottemperato alle richieste formulate.

Richieste volte ad ottenere somme di denaro dall’importo non precisato la cui determinazione veniva rimessa al “buon senso” delle vittime alle quali intimava di non far intervenire altri soggetti per non incorrere in sicure ritorsioni. Nelle lettere – che erano però firmate da un’altro soggetto – il mittente offriva particolari che aiutavano il destinatario al suo chiaro riconoscimento, indicava il quartiere di sua provenienza, noto per densità criminale e precisava che “uomo di sua fiducia si sarebbe fatto vivo per riscuotere”.

In alcune lettere di questa singolare “estorsione epistolare”, l’uomo si lamentava dell’inerzia dei commercianti a pagare e rinnovava in maniera perentoria la richiesta estorsiva, arrivando a disegnare a fine pagina, con chiaro intento intimidatorio, un proiettile.

Nonostante la corrispondenza fosse a firma di altro soggetto, anch’esso detenuto a Barcellona P.G, gli investigatori sono comunque riusciti a dimostrarne la reale mano dietro le richieste estorsive grazie anche agli accertamenti esperiti, con l’ausilio del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Catania, su alcuni documenti redatti dall’odierno indagato ed acquisiti presso il Penitenziario in cui è detenuto.

“Un quadro indiziario, – scrivono dalla Questura di Messina – quello ricostruito dagli operatori di polizia che, oltre a deporre per la paternità delle richieste estorsive da parte del ventinovenne, ne evidenziava la personalità spregiudicata, la capacità a delinquere, l’insensibilità alla legge, l’assenza di qualsiasi seria resipiscenza nonché, e conseguentemente, l’inidoneità di ogni altra misura diversa dalla custodia cautelare in carcere”.