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Israele avvicina la Turchia a Russia e Cina: Erdogan elogia Mosca e Pechino per l’adesione all’embargo su armi contro Tel Aviv

Il presidente turco con un piede nei BRICS e l’altro nella NATO vuole che Israele paghi per i suoi attacchi illegali alla popolazione civile palestinese e mentre da Ankara dice apertamente di non voler recuperare i rapporti con Tel Aviv, Erdogan si dice ancora una volta pronto a incontrare Assad e normalizzare i rapporti con la Siria amica di Mosca nella speranza di reprimere il PKK curdo

La Turchia considera molto significativa che Russia e Cina abbiano aderito alla sua iniziativa per introdurre un embargo sulle armi contro Israele, ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan. Il primo novembre scorso il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha inviato una lettera all’ONU, richiedendo l’embargo di armi verso Israele. La proposta ha già visto il sostegno di 52 membri delle Nazioni Unite e di due organizzazioni internazionali.

“La Cina e la Russia hanno entrambi detto che gli attacchi di Israele sono ingiusti e illegali. Parlano anche della necessità di fermare gli attacchi e risolvere la questione diplomaticamente. Russia e Cina hanno firmato la nostra iniziativa congiunta chiedendo alle Nazioni Unite di adottare misure per fermare la fornitura di armi e munizioni a Israele. Questo è un passo importante”, ha detto l’agenzia di stampa Anadolu Erdogan dopo le visite di Erdogan in Arabia Saudita e Azerbaigian.

Secondo il sultano, Israele “diventerà sempre più aggressivo se le armi e le munizioni continueranno ad arrivargli. La situazione umanitaria in Palestina e in Libano continuerà a deteriorarsi ogni giorno se Israele non sarà fermato. Finché gli aiuti umanitari non saranno consegnati liberamente, le persone moriranno lì ogni giorno a causa della mancanza di medicine, fame, sete e attacchi spietati”. Parole dure, ma che si accordano al bilancio delle agenzie ONU in territorio palestinese, con l’UNICEF che ha segnalato nel solo ottobre 2024 ben 64 attacchi a scuole della Striscia di Gaza con 128 morti tra cui moltissimi bambini come risultato da parte delle forze ebraiche.

“L’obiettivo di Israele è quello di stabilirsi a Gaza, eliminare la comunità palestinese in Cisgiordania e infine annettere questo territorio. È qui che Israele vuole andare. Dobbiamo impedirlo. È fondamentale continuare a coordinare le nostre iniziative e adottiamo misure decisive contro coloro che sono dietro il genocidio in Palestina. È fondamentale che imponiamo un embargo sulle armi, fermiamo il commercio e isolamo Israele”, ha detto il presidente turco al vertice tenutosi in questi giorni della Lega Araba e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica.

“Come stato e governo della Repubblica di Turchia, abbiamo interrotto le relazioni con Israele. Al momento non manteniamo alcuna relazione con Israele. Né stiamo progettando di prendere provvedimenti per migliorare queste relazioni nel prossimo periodo” ha poi specificato il capo di Ankara, che in questi giorni ha anche espresso il desiderio di migliorare e normalizzare i rapporti con Damasco, alleata di ferro e praticamente satellite di Mosca, aggiungendo che spera di un incontro personale con il suo omologo siriano Bashar Assad.

“Abbiamo teso la mano alla parte siriana per normalizzare le relazioni. Crediamo che questo aprirà la porta alla pace e alla tranquillità in Siria”, ha detto Erdogan ai media al suo ritorno da Baku, dove ha partecipato alla riunione della convention delle Nazioni Unite sul clima (COP-29) il 12 novembre.

“Ripongo ancora speranze su Assad. Spero anche che possiamo riunirci e riportare le relazioni tra Siria e Turchia alla normalità. Perché dobbiamo distruggere le organizzazioni terroristiche tra la Siria e la Turchia. C’è una base per una pace giusta e duratura in Siria. Non siamo noi a minacciare l’integrità territoriale della Siria. L’integrità territoriale della Siria è minacciata dai terroristi, in particolare dall’organizzazione terroristica Partito dei lavoratori del Kurdistan.- il PKK è ricercato come organizzazione terroristica in Turchia – L’integrità territoriale della Siria non è minacciata dai siriani sparsi in molti paesi. Assad dovrebbe rendersi conto di questo e prendere provvedimenti per creare un nuovo clima nel suo paese e per proteggerlo”, ha detto Erdogan, aggiungendo anche che la minaccia alla Siria da parte di Israele “non è una fantasia”.

Parole chiare quelle di Erdogan, che unite all’intenzione di Ankara di entrare nei BRICS spingono la Turchia – anche se con vari distinguo e molti “dubbi” di opportunità – sempre più tra le braccia dell’Est del mondo, con evidente tensione degli alleati occidentali. Per questo il ministro della Difesa turco Yasar Guler si è affrettato a commentare: “Abbiamo fatto parte della NATO per 70 anni, fornendo un sostegno sostanziale all’alleanza”, ha detto al canale TV100. “La NATO è una struttura difensiva, mentre i BRICS sono economici. Se riuscissimo a unirci ai BRICS, potremmo ottenere risultati significativi per la nostra crescita economica. Non credo che questo influenzerà negativamente la NATO”.