I nazisti nella loro follia omicida avevano rispetto per le chiese e le ambasciate, lo Stato Ebraico “No”: bombardata la moschea Shuhada al-Aqsa
Lo ha reso noto la Protezione Civile di Hamas, secondo cui nella notte almeno 21 persone sono morte in conseguenza di un raid aereo israeliano su una moschea nel centro di Gaza. La tv di Hezbollah ha anche denunciato che i caccia israeliani hanno lanciato più di 25 raid nella parte meridionale di Beirut.
L’Idf ha confermato l’attacco alla moschea Shuhada al-Aqsa, giustificando l’atto dicendo che al suo interno si trovava un centro di comando e controllo di Hamas. Inoltre ieri sera l’esercito israeliano ha lanciato nuovi appelli per evacuare i residenti della periferia sud di Beirut, dove continua a prendere di mira obiettivi del movimento islamico libanese Hezbollah.
Secondo l’Afp nelle ultime ore si sono sentite diverse esplosioni: “Per la vostra sicurezza e quella dei vostri familiari, dovete evacuare immediatamente gli edifici designati e quelli adiacenti e allontanarvi di almeno 500 metri”, ha scritto il portavoce dell’esercito israeliano di lingua araba, Avichay Adraee, sul suo account X (ex Twitter), menzionando diversi quartieri della periferia sud.
L’agenzia di stampa nazionale libanese Ani ha confermato cinque attacchi israeliani contro la periferia sud di Beirut e dintorni, di cui quattro “molto violenti”, poco dopo la richiesta israeliana di evacuare diversi quartieri di questa roccaforte di Hezbollah. Sul posto sono accorse ambulanze, secondo l’Ani, che aveva segnalato anche la presenza di droni da ricognizione israeliani che volavano a bassa quota prima degli attacchi.
Le immagini dell’Afp mostrano pennacchi di fumo che si alzano dalle aree colpite e una grande palla di fuoco proiettata nel cielo. Detriti in fiamme si sono sparsi provocando incendi secondari e una densa nuvola di fumo. Il traffico aereo nell’unico aeroporto del Libano, vicino alla periferia sud di Beirut, “continua nonostante l’aggressione del nemico israeliano” contro quest’area, ha affermato l’Ani.
Redazione Fatti & Avvenimenti