Resta alta la tensione in Israele dopo che il tribunale del lavoro israeliano di Bat Yam ha stabilito che lo sciopero generale terminare entro le 14.30
Stop alla sciopero generale contro Netanyahu per indurlo a trovare un accordo con Hamas per il rilascio degli ostaggi a Gaza. Il tribunale con la sua decisione ha ordinato che finisca tre ore e mezza prima di quanto previsto. Il tribunale si è schierato con il governo di Benjamin Netanyahu, affermando che lo sciopero è stato motivato politicamente.
Il presidente del sindacato israeliano di Histadrut, Arnon Bar-David, dopo avere accettato l’ordinanza del tribunale ha affermato: “Viviamo in un Paese di diritto e rispettiamo la decisione della corte, quindi ordino a tutti di tornare al lavoro alle 14.30” e di fermare così lo sciopero generale in corso in tutto Israele per chiedere l’accordo che porti al rilascio degli ostaggi a Gaza.
“È importante sottolineare che lo sciopero è stata una mossa importante e io ne sono favorevole”, ha aggiunto Bar-David, “prometto alle famiglie dei rapiti che l’Histadrut continuerà a svolgere un ruolo guida e centrale negli sforzi per riportare a casa i nostri figli e le nostre figlie”. Lo riporta il canale israeliano N12.
Ma le famiglie degli ostaggi non sono d’accordo: “Chiediamo agli israeliani di continuare a partecipare alle manifestazioni per il rilascio degli ostaggi”. fanno sapere dal quartier generale delle famiglie degli ostaggi, dopo la sentenza del tribunale del lavoro. “Questo non è uno sciopero”, hanno aggiunto i parenti dei rapiti, “è il salvataggio dei 101 ostaggi che sono stati abbandonati da Netanyahu”. Lo riporta Ynet
Anche l’Hostages and Missing Families Forum ha annunciato che si terranno nuove proteste in tutto Israele oggi alle 19 (le 18 in Italia). In un post sul social X, il gruppo ha elencato tre luoghi per le proteste: sono previsti una “manifestazione su larga scala” all’esterno della residenza a Gerusalemme del primo ministro Benjamin Netanyahu, un “raduno di massa” a Begin Gate a Tel Aviv e una protesta di fronte alla casa del primo ministro a Cesarea.
Redazione Fatti & Avvenimenti