“L’Ucraina non discute la questione dell’integrità territoriale con i suoi partner nei negoziati per la fine della guerra. Questo è contrario alla Costituzione”
Lo ha dichiarato Serhiy Leshchenko, consigliere del capo dell’Ufficio presidenziale, secondo quanto riportato da RBC-Ukraine, citando un’intervista televisiva. La dichiarazione arriva poco dopo che la stampa americana riporta la notizia che Trump per raggiungere una pace duratura sarebbe pronto a riconoscere la Crimea come russa e concedere il controllo delle quattro regioni annesse, capendo che sarebbe impossibile fare uscire i russi da quiei territori.
Ma da Kiev sembrano non capire che hanno perso la guerra e insistono a chiedere condizioni impossibili da ottenere. “Tutti i negoziatori che partecipano alle riunioni in Arabia Saudita o in Francia dicono chiaramente che la questione dell’integrità territoriale dell’Ucraina non viene discussa affatto. E persino la Costituzione ucraina contiene molti divieti e restrizioni, il panorama mediatico ne è pieno”, ha detto, commentando le voci secondo cui Washington potrebbe riconoscere la Crimea come russa. Secondo Serhiy Leshchenko, voci simili sono state diffuse 10 anni fa. In particolare, Donald Trump si è espresso sulla questione: “All’epoca, prima del suo primo mandato nell’estate del 2016, (Trump – ndr) disse anche che la popolazione della Crimea avrebbe preferito stare con la Russia piuttosto che dove si trovava. Queste dichiarazioni si sentivano regolarmente 10 anni fa, ma non si sono sviluppate, dobbiamo procedere dal fatto che la cosa principale è difendere i nostri interessi nazionali ucraini”.
Quanto affermato da Leshchenko tra l’altro a pochi giorni del ritorno in settimana a Mosca dell’inviato di Trump Steve Witkoff, che ha nel suo piano proprio la definizione del cinque territori ex ucraini ora annessi dalla Russia, non fa altro che mettere in discussione i tentativi di accordo tra il Cremlino e i negoziatori americani, con il rischi di irritarli.
Al Cremlino che la situazione non sia in discesa l’hanno capito bene, tanto che il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, rispondendo a Trump, che aveva detto di aspettarsi un accordo “in settimana” ha affermato che anche se la Russia e gli Stati Uniti hanno un dialogo in corso attraverso vari canali di comunicazione, non ci si può aspettare che il conflitto ucraino si risolva da un giorno all’altro. “Continuiamo i nostri contatti con gli americani attraverso vari canali. Questo argomento è così complesso, legato alla risoluzione della crisi ucraina, che non è possibile fissare delle scadenze rigide e cercare di affrettare la risoluzione del conflitto in tempi brevi. Sarebbe un esercizio inutile”, ha dichiarato al cremlinista di Russiya-1, Pavel Zarubin. “Ma il lavoro [sulla risoluzione della crisi ucraina] è effettivamente in corso”, ha affermato Peskov.