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Per la Corte Europea potrebbe esserci una revisione del processo Lorefice: in appello andavano sentiti i testimoni


La storia è arcinota non fosse altro perché coinvolti sono personaggi molto conosciuti a Sciacca, l’architetto Giorgio Lorefice e l’ex ingegnere capo del Comune di Sciacca, Giuseppe Di Giovanna.

Il processo – per chi non ricorda – si basava su un atto intimidatorio ai danni di Di Giovanna, che secondo l’accusa, fu costretto a pagare 200 milioni di lire, a cui gli estorsori fecero credere di essere persona scomoda a “Cosa Nostra”, fattispecie risultata poi totalmente fantasiosa e priva di fondamenta.

Nel processo di primo grado Lorefice fu assolto, ma la sentenza di appello ribaltò la prima decisione dei giudici, condannandolo a 8 anni e 6 mesi di reclusione, pena che l’architetto sta ancora scontando.

Fin qui la vicenda fino alla condanna. Oggi però arrivano novità importanti, secondo gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli Tagliavia che difendono Lorefice, per la Corte Europea un tale esame implica una decisione su dei fatti decisivi per la determinazione della colpa dell’imputato.

La Corte Europea, si sofferma infatti, sul fatto che per pervenire alla condanna, la Corte di Appello non ha proceduto a una nuova audizione dei testimoni dell’imputato, limitandosi a riesaminare le dichiarazioni trascritte nei verbali.

La Corte Europea dunque interviene su aspetto importante del processo, cioè sulla decisione di non riaprire l’istruzione dibattimentale per procedere a una nuova audizione dei testimoni, il che potrebbe condurre ad una revisione del processo stesso con conseguente annullamento della condanna definitiva per estorsione.

Intanto i legali di Lorefice hanno annunciato che chiederanno l’immediata scarcerazione del loro assistito.