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La figlia del boss Scaduto si innamora di un carabiniere e lui ordina al figlio di ucciderla: 16 arresti a Bagheria


Un affronto insopportabile per un boss del suo calibro: la figlia si fidanza con un maresciallo dei carabinieri e lui ordina al figlio di ucciderla. Nella “mafia” succede anche questo.

Pino Scaduto, nome noto negli ambienti giudiziari, aveva decretato la morte della figlia, affidando al figlio il compito di compiere il delitto: “Tua sorella si è fatta sbirra”. Ma il ragazzo, non ci sta, e si confida con un amico: “Io non lo faccio… io non faccio niente… mi devo consumare io? Consumati tu, io ho trent’anni, non mi consumo”. Sta tutta in questa intercettazione l’operazione “Nuova alba” dei carabinieri che, grazie al blitz di oggi, hanno arrestato 16 esponenti di spicco del mandamento di Bagheria con l’accusa di associazione di tipo mafioso ed estorsioni ai danni di imprenditori locali.

Pino Scaduto, dopo essere uscito dal carcere, nei sei mesi di libertà, stava iniziando a riorganizzare il mandamento, che grazie agli ultimi arresti era stato fiaccato. Il boss temeva che la relazione fra la figlia e il maresciallo dell’Arma avrebbe potuto creare problemi al suo progetto di ricostituzione della cupola mafiosa. E per questo stava pianificando altri omicidi, tra i quali quello dello stesso carabiniere di cui si era innamorata la ragazza.

Ma grazie alle cimici che gli investigatori avevano piazzato per registrare le fibrillazioni interne alla cosca che stava cercando di ripristinare i vecchi equilibri e alle indagini dei carabinieri del comando provinciale diretto dal colonnello Antonio Di Stasio, sotto il coordinamento del procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi e dell’aggiunto Salvatore De Luca, i piani criminali di Scaduto sono stati scoperti.

Il provvedimento di custodia cautelare riguarda Pietro Liga, Antonino Virruso, Francesco Speciale, Giacinto Di Salvo, Salvatore Zizzo, Vito Guagliardo, Damiano D’Ugo, Vincenzo Urso, Andrea Lombardo, Michele Modica, Giovan Battista Rizzo, Giovanni Trapani, Francesco Lombardo, Andrea Carbone e Nicola Marsala. Nomi vecchi e nuovi del potere mafioso nella provincia di Palermo.