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La Guardia Costiera blocca e sanziona un motopesca tunisino intento a pescare nelle acque italiane


Una volta tanto, non è un motopesca siciliano che viene intercettato fuori i confini delle acque nazionali, ma il contrario.

La Guardia Costiera di Lampedusa impegnata in un’azione al contrasto alla pesca illegale, ha intercettato nelle acque territoriali attorno l’arcipelago delle Pelagie, nella notte tra il 30 ed il 31 luglio un motopesca extracomunitario.

Il blitz eseguito dalle motovedette ha portato al sequestro di una rete a circuizione di notevoli dimensioni (cianciolo di lunghezza pari a circa 200 metri e altezza 40 metri) del valore di oltre 30.000,00 Euro e di oltre 100 kg di pescato frutto della cattura illecita eseguita dal motopesca tunisino NOUR ALLAH II, partito da Monastir (Tunisia) con 18 membri d’equipaggio, sorpreso ancora con le reti in mare, ad una distanza di circa 8 miglia ad est dell’isola di Lampedusa.

Le verifiche, protrattasi fino alle prime luci dell’alba ed eseguite rispettivamente in mare dalla motovedetta CP 277 di Trieste e a terra dal personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo, hanno portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria del comandante del motopesca ai sensi dell’art.7 comma 1, lettera d) del D.Lgs 04/2012, di recente modificato nella sua formulazione, proprio al fine di scoraggiare e sanzionare le attività illecite svolte dai pescherecci non battenti bandiera italiana all’interno delle acque della Repubblica.

Dunque i tunisini che in molte occasioni hanno “sequestrato” – spesso in acque internazionali, quindi illegalmente – motopesca siciliani, quasi sempre di Mazara del Vallo, insieme al suo equipaggio, stavolta sono stati beccati con le mani nella marmellata, ma il comportamento dei militari italiani, è molto più civile, a parte le reti ed il pescato sequestrati, il capitano è stato denunciato e il motopesca sanzionato, ma nessuno è stato trattenuto e sopratutto non si è chiesto nessun riscatto per la liberazione… una bella differenza