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La presidente della Regione Sardegna dichiarata decaduta. Todde: “Vado avanti, impugnerò l’atto”

Il collegio regionale di garanzia elettorale della Sardegna  ha dichiarato decaduta da consigliere regionale Alessandra Todde, che di conseguenza perderebbe anche la carica di presidente della Regione

Secondo la valutazione del collegio regionale di garanzia, sarebbero state rilevate delle inadempienze sulle spese tenute da Alessandra Todde, durante la campagna elettorale 2024, che hanno portato all’emissione di un’ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale, che dovrà stabilire una data per la decisione sulla decadenza. L’atto è impugnabile presso il tribunale ordinario.

“La notifica della Corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune”.  ha commentato Alessandra Todde, aggiungendo: “Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”. 

Adesso l’assemblea sarda, presieduta dal segretario del Pd sardo Piero Comandini, dovrà stabilire una data per la decisione sulla decadenza della presidente, ma non è affatto scontato che la Todde eletta il 26 febbraio 2024 con il 45,3% delle preferenze – superando di soli 0,3 punti percentuali il candidato del centrodestra Paolo Truzzu (ex sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia) dovrà lasciare anticipatamente il suo mandato di cinque anni.

A decidere sarà il Consiglio regionale, ma i tempi si prospettano lunghi, con l’unica certezza è che in caso di decadenza, si tornerà alle urne. In attesa della decisone Todde resterà alla guida della giunta regionale.

Come prevede la legge, l’atto notificato oggi è impugnabile presso il tribunale ordinario. E la stessa governatrice pentastellata ha subito annunciato che lo farà. Subito è arrivata la solidarietà del segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc), Antonio Satta. “Fa bene Todde ad avere fiducia nella magistratura. E’ l’unica via per chiarire questa vicenda – sottolinea – perché la Sardegna ha bisogno di organi di governo nel pieno delle loro funzioni. Noi del centrosinistra non crediamo ai complotti, a differenza del centrodestra”.

La presidente della Regione, dunque, per il momento resta al lavoro al suo posto. Lavoro che proprio in questi giorni ha in agenda un tema caldo come quello della sanità, oggetto nell’isola di polemiche tra gli schieramenti ormai da diversi anni. Gli esponenti del campo largo si erano lasciati il 31 dicembre dopo il vertice di maggioranza ad hoc proprio con il tema individuato come prioritario sul tavolo.

Oggi si è riunita la direzione regionale del Partito democratico, tutta dedicata all’analisi delle proposte avanzate dalla stessa Todde di modifica del testo del disegno di legge presentato lo scorso agosto e ancora mai discusso in commissione. La commissione si riunirà mercoledì 8, con l’audizione dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi. Il tempo stringe anche perché nel frattempo è scattato il primo mese di esercizio provvisorio, autorizzato dal Consiglio regionale nell’ultima seduta. Per questi motivi la governatrice ha annunciato di voler andare avanti. Ma con la spada di Damocle della possibile decadenza. E di un clamoroso ritorno alle urne.