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La Russia vieterà le forniture di petrolio alle nazioni che applicano price cap e taglierà produzione greggio

Il 5 dicembre scorso è entrato in vigore un embargo sulle spedizioni marittime di petrolio russo verso l’Unione Europea. Russia pronta ad un taglio parziale della produzione: alti rischio per il prezzo dell’oro nero

La Russia vieterà le forniture di petrolio e prodotti petroliferi ai paesi che applicheranno il tetto dei prezzi imposto dall’Occidente. Lo ha dichiarato oggi il vice premier Alexander Novak in un’intervista trasmessa dal canale televisivo Rossiya-24, aggiungendo che Mosca potrebbe ridurre produzione di petrolio all’inizio del 2023 di 500.000-700.000 barili al giorno.

“Il decreto – risposta al price cap imposto dall’Occidente – suggerisce il divieto di forniture di petrolio e prodotti petroliferi a Paesi e soggetti giuridici che richiederanno il rispetto del tetto di prezzo imposto dall’Unione Europea. Per questo siamo pronti a un taglio parziale della produzione. All’inizio del prossimo anno, il calo è previsto intorno ai 500-700 mila barili al giorno, che per noi è intorno al 5-7%”, ha spiegato.

La portata di un tale taglio nella produzione di petrolio è minore, ha osservato Novak, aggiungendo però che “i rischi esistono comunque”.

Il 5 dicembre è entrato in vigore un embargo sulle spedizioni marittime di petrolio russo verso l’Unione Europea. Inoltre, gli stati dell’UE hanno anche concordato un prezzo massimo per il petrolio russo consegnato via mare, fissando il tetto a 60 dollari al barile. Una decisione simile è stata annunciata dal G7 e dall’Australia. L’Occidente vieta inoltre alle sue compagnie di fornire servizi di trasporto, finanziari e assicurativi alle petroliere che trasportano petrolio dalla Russia a un prezzo superiore al tetto concordato. Inoltre, a partire dal 5 febbraio 2023 entrerà in vigore il tetto massimo dei prezzi dei prodotti petroliferi, i cui parametri saranno successivamente fissati.