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Lampedusa. Il sindaco si sente abbandonato da Conte e va a Tunisi per fermare gli sbarchi: 30 in 24 ore


Lampedusa è una bolgia, i barchini approdano indisturbati fino al porto, in sole 24 ore in 30 sbarchi sono arrivati 1.050 clandestini che sono ammassati nell’hotspot, e il sindaco “esplode”: vado io a Tunisi a parlare con il presidente Kasis Saied

Alla fine anche Il sindaco del PD di Lampedusa, Totò Martello, è “esploso” ed ha inviato una lettera al presidente tunisino Kasis Saied, con la quale chiede un incontro con lo scopo di fermare il flusso continuo di clandestini che dalle coste della Tunisia fanno rotta su Lampedusa: “Sono pronto a mettermi a bordo della mia barca e raggiungere direttamente Tunisi da Lampedusa”.

Martello poi attacca direttamente il premier Giuseppe Conte che a suo dire non si è impegnato per fermare gli sbarchi, un modo elegante di evidenziare che si sente abbandonato dal governo: “Apprezzo gli sforzi del ministro Lamorgese che purtroppo non sono stati accompagnati da un pari impegno da parte del presidente del Consiglio Conte, ma non intendo stare con le mani in mano e continuare ad assistere a questo continuo ripetersi di sbarchi che sta mettendo in ginocchio la nostra isola”.

Martello dunque chiede un incontro al presidente tunisino Saied, ma se il senso del viaggio è chiaro, ovvero fermare gli sbarchi, il contenuto della richiesta appare contraddittorio, o meglio in perfetto stile piddino: “Chiedo che Lampedusa possa collaborare con il governo Tunisino ad avviare una serie di iniziative internazionali e di accordi, anche bilaterali, per contribuire a superare l’attuale emergenza umanitaria”.

Di “iniziative internazionali e richieste di accordi bilaterali” ne abbiamo viste tante, ma mai nessuna ha sortito alcun effetto. L’ultima in ordine di tempo l’accordo di Malta per la ripartizione dei migranti, culminata con la stessa Malta che nega qualsiasi approdo nelle sua isola.

La visita di Martello a Tunisi quindi, se mai ci sarà, difficilmente sortirà effetti diversi da quella dei due ministri Lamorgese e Di Di Maio, che peraltro al contrario di quella del sindaco era accompagnata anche da una dote di ben 11 milioni di euro, “gentilmente” offerti dal popolo italiano.

Infine Martello conclude: “Lampedusa intende svolgere a pieno il proprio ruolo di ‘municipalità di frontiera’, che sta portando avanti dal cuore del Mediterraneo. Interpretiamo questo nostro ruolo in maniera attiva e propositiva, anche con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni nazionali e comunitarie che possono e devono fare di più per attivare regole condivise per la gestione ordinata, regolare e sicura dei flussi migratori e per sostenere i territori di frontiera impegnati in prima linea nell’accoglienza e nelle pratiche di integrazione”. Belle frasi di rito, sentite e risentite, ma che mai hanno sortito gli effetti desiderati.