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Lampedusa. Ong preleva davanti alla Libia 49 clandestini, Salvini: “Non si sbarca i porti restano chiusi”


La Ong Mare Jonio, battente bandiera italiana, ieri ha prelevato 49 migranti clandestini davanti la costa della Libia ed ora arriva a largo di Lampedusa e chiede un “porto sicuro”, ma Salvini risponde:Non si sbarca, i porti restano chiusi” e annuncia il varo di una nuova legge

La nave di Mediterranea Saving italians, partita appena due giorni fa da Palermo e guidata dal capomissione Luca Casarini, nel pomeriggio di ieri a largo della Libia è andata incontro ad un gommone con 49 persone a bordo tra cui 12 minori. Una motovedetta libica si era diretta in zona, ma la Mar Jonio ha preso i migranti prima del suo arrivo e si è diretta verso l’Italia, chiedendo via radio un porto sicuro.

Salvataggio Mare Jonio 19 marzo

🔴🔴🔴 MARE JONIO HA SALVATO 49 PERSONE DA UN NAUFRAGIO: ADESSO L’ITALIA CI INDICHI UN PORTO SICURO. La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans, nave battente bandiera italiana impegnata nella missione di monitoraggio del Mediterraneo centrale ha soccorso, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. La segnalazione era arrivata dall'aereo di ricognizione Moonbird della ONG Sea Watch che avvertiva di una imbarcazione alla deriva in acque internazionali. Mare Jonio si è diretta verso la posizione segnalata e, Informata la centrale operativa della Guardia Costiera Italiana, ha effettuato il soccorso ottemperando alle prescrizioni del diritto internazionale dei diritti umani e del mare, e del codice della navigazione italiano. Attenendosi alle procedure previste in questi casi e per scongiurare una tragedia, Mare Jonio ha tratto in salvo tutte le persone a bordo comunicando ad una motovedetta libica giunta sul posto a soccorso iniziato di avere terminato le operazioni. Tra le persone soccorse, 12 risultano minori. Le persone a bordo si trovavano in mare da quasi 2 giorni e, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. Il personale medico di Mediterranea sta prestando assistenza. La Mare Jonio si sta dirigendo in questo momento verso Lampedusa, ovvero verso il porto sicuro più vicino rispetto alla zona in cui è stato effettuato il soccorso. Nel frattempo, è in arrivo una forte perturbazione nel Mediterraneo centrale. Abbiamo chiesto formalmente all'Italia, nostro stato di bandiera e stato sotto il quale giuridicamente e geograficamente ricade la responsabilità, l'indicazione di un porto di sbarco per queste persone. Oggi abbiamo salvato la vita e la dignità di 49 esseri umani. Le abbiamo salvate due volte: dal naufragio e dal rischio di essere catturate e riportate indietro a subire di nuovo le torture e gli orrori da cui stavano fuggendo. Ogni giorno, nel silenzio a moltissime altre tocca questa sorte. Grazie ai nostri straordinari equipaggi di terra e di mare, alle decine di migliaia di persone che in tutta Italia ci hanno sostenuto, oggi quel mare non è stato più solo cimitero e deserto.

Gepostet von Mediterranea Saving Humans am Montag, 18. März 2019

Ma la Guardia di Finanza, secondo quanto riportato da un giornalista di Repubblica, che si trova a bordo della nave  Mediterranea, avrebbe vietato, sempre via radio, l’ingresso nelle acque territoriali, in rispetto di una direttiva del Viminale. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini infatti, ha ribadito: “I porti erano e rimangono chiusi”. Il comandante della Mare Jonio avrebbe quindi trasgredito ad un preciso ordine impartito dalla Guardia di Finanza. A breve giro è poi arrivato un secondo ordine della Guardia Costiera italiana che avrebbe autorizzato un punto di fonda a circa un miglio e mezzo dalla costa.

La Ong ora si trova nel punto indicato dalla Guardia costiera a un miglio e mezzo da Lampedusa con a bordo i 49 migranti, prelevati davanti le coste libiche. La nave non ha alcuna autorizzazione allo sbarco ed è circondata da tre motovedette, due della Guardia di Finanza e una della Guardia Costiera. Si apre dunque un nuovo braccio di ferro dagli esiti imprevedibili.

Intanto Matteo Salvini ha annunciato il varo di una direttiva sui salvataggi in mare, per “stoppare definitivamente le azioni illegali delle ong”. La priorità, spiega il Viminale, “rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente” e non come successo ieri, prevaricando la competenza della Libia. “Chi non lo fa – dice Salvini – compie un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani e di fatto si tratterebbe di una minaccia alla sicurezza nazionale”. La conseguenza di questa direttiva sarebbe che le navi, una volta sbarcate se italiane, potrebbero essere sequestrate e gli equipaggi incriminati per immigrazione clandestina e traffico di esseri umani.