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L’economista Amighini a Otto e mezzo: “la guerra la paghiamo noi con il gas e a Putin rimane anche il resto”

“Se non stacchiamo il tubo del gas la guerra in Ucraina la paghiamo noi con le forniture energetiche e a Putin rimane anche il resto”

È quanto ha detto l’economista Alessia Amighini sulle sanzioni alla Russia e la guerra del gas nel conflitto in Ucraina, ospite della puntata di ieri sera venerdì 1 aprile a Otto e mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7.

La Gruber ha chiesto all’economista quanto può reggere il presidente russo Vladimir Putin, che, a suo avvio, appare in difficoltà sul piano militare e colpito dalle misure economiche dell’Occidente. “Le sanzioni funzionano, ha risposto Amighini – sono economiche, finanziare, tecnologiche… sono il massimo che si poteva fare. Sono sanzioni ben diverse di quelle in vigore dal 2014, più pesanti e le misure personali fanno male agli oligarchi russi anche se spesso i loro risparmi sono in Svizzera o altrove”. E anche in Turchia, Dubai e altri paradisi fiscali, – aggiungiamo noi – dove continuano a fare affari.

Poi la docente di economia parla di punto dolente, riferendosi al blocco delle importazioni di gas “che non è stato fatto perché non agevole, la bolletta energetica per noi è molto costosa e per Putin rappresenta invece un gruzzolo che ogni giorno gli rende 800 milioni di euro con cui si finanzia la guerra e si mette pure dei risparmi da parte”. Infine Alessia Amighini conclude con la sua previsione sulla guerra: “Quanto potrà durare? Per come si stanno mettendo le cose sul campo di battaglia. la Russia sta soffrendo molto più che per le sanzioni. Insomma, se non stacchiamo il tubo del gas la guerra in Ucraina la paghiamo noi con le forniture energetiche e a Putin rimane anche il resto”.