Con 211 sì e 117 n l’Aula della Camera ha confermato la fiducia al governo sulla Manovra 2025. Il voto finale sul provvedimento è atteso in serata, poi passerà al Senato. Alle 20 è prevista la Nota di variazione e a partire dalle 21 in diretta Tv, le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento
La legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi lordi, è composta per due terzi dall’intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef. Un provvedimento, che pesa per 18 miliardi sul testo, pensato per aiutare i redditi medio bassi a contrastare l’inflazione, lasciando quasi 100 euro in più in busta paga.
La stesura della manovra quest’anno è stata preceduta e vincolata dagli impegni presi nel piano strutturale di bilancio a 7 anni, che recepisce le nuove regole del patto di stabilità Ue. Per mantenere l’obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto a 3% già nel 2026 è stata impostata una rigida revisione della spesa. Lo scenario macro economico inoltre vede il taglio delle stime sulla crescita del Pil 2024: +0,5% dell’Istat rispetto all’1% segnato dal governo nel Def. Le risorse sono state dunque concentrate dal governo su poche voci di spesa: dal taglio del cuneo fiscale al sistema sanitario – con un finanziamento aggiuntivo da 1,3 miliardi – alle politiche contro l’inverno demografico. E poi interventi per snellire le tax expenditure.
Tra le fonti di finanziamento figura un anticipo delle Dta, le imposte differite delle banche e le assicurazioni per il 2025 e 2026, per circa 3,5 miliardi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato più volte di “sacrifici” richiesti agli istituti di credito. Spicca anche un taglio di circa 3 miliardi alle spese dei ministeri.
Alcuni deputati FI votano odg Pd per multe a no vax
“Siamo a favore delle multe per i no vax, come per ogni sanzione nei confronti di chi viola una legge”. Lo spiegano fonti parlamentari azzurre, dopo che alcuni deputati di Forza Italia hanno votato a favore di un odg del Pd alla manovra proprio sulle multe a chi non si vaccinò contro il Covid quando era obbligatorio. “Nel Milleproroghe”, decreto in cui è contenuta la norma che annulla le multe ai no vax, spiegano le stesse fonti, “abbiamo convenuto col governo che costa di più recuperare quei soldi che proseguire col recupero e lasciare le sanzioni”. In ogni caso, “è un tema che affronteremo con il Milleproroghe”, che non è ancora all’esame di Montecitorio e comincerà il suo iter al Senato. A favore dell’odg del Pd hanno votato, tra gli altri, Raffaele Nevi, Alessandro Cattaneo, Paolo Emilio Russo, Rita dalla Chiesa e Patrizia Marrocco, mentre Nazario Pagano non ha votato.
Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, intervenendo in Aula alla Camera nel corso delle dichiarazioni di voto ha affermato: “L’opposizione voterà contro una Manovra di circa 30 miliardi di euro, i cui 2/3 sono orientati all’abbattimento della pressione fiscale con benefici diretti e indiretti. Il taglio del cuneo fiscale, del 4% e strutturale, è pari a 18 miliardi di euro: voi – Avs, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Pd – voterete contro nuovi soldi in tasca ai lavoratori, fino a 100 euro al mese”.
La stesura della manovra quest’anno è stata preceduta e vincolata dagli impegni presi nel Taglio tasse lavoro e semplificazione Irpef
La manovra rende strutturali il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, in totale interessando 14,3 milioni di lavoratori, e il passaggio a tre aliquote dell’Irpef, accorpando i primi due scaglioni. Interventi questi che pesano per circa 18 miliardi, rappresentando 2/3 dell’intero provvedimento.
Spending review
Con l’Italia sotto procedura Ue per deficit eccessivo, la manovra è condizionata dagli impegni presi con Bruxelles con il piano strutturale di bilancio. Da qui la necessità di finanziare le spese senza ricorrere alla leva del disavanzo ma varando una spending review da circa 3 miliardi e chiedendo un contributo a banche e assicurazioni (oltre 3,4 miliardi) per le coperture della misura.
Sostegno alle famiglie e bonus nascite
Nel 2025 sono confermate e potenziate le misure sui congedi parentali. Introdotta anche una ‘Carta per i nuovi nati’ che riconosce 1.000 euro ai genitori con Isee entro i 40mila euro e rafforza il bonus asili nido. Tra le misure sociali, inoltre, si rifinanzia per il 2025 la carta ‘Dedicata a te’. Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico: più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.
Lavoro e imprese
In particolare nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle donne, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027. Si confermano, inoltre, la decontribuzione in favore delle imprese della Zes e gli incentivi all’autoimpiego nei settori del digitale e del green. Confermati i fringe benefit per tutti gli aventi diritto, gli importi vengono maggiorati per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 chilometri. Tra le misure fiscali si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività. Con gli emendamenti approvati si introduce l’Ires premiale al 5% per le imprese che investono e assumono.
Pensioni
Sono confermate le misure della legge di bilancio 2024 e sono potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che, pur in età pensionabile, mantengono l’impiego. Con le modifiche è stata introdotta la possibilità di un anticipo pensionistico a 64 anni cumulando la previdenza obbligatoria e quella complementare.
Criptotassa, web tax e revisori mef: i dietrofront
Salta nell’esame in Parlamento la stretta fiscale su Bitcoin e simili, introdotta dal governo: l’aliquota dell’imposta sostitutiva sulle plusvalenze e sugli altri redditi delle criptovalute resta al 26% nel 2025 e sale al 33% nel 2026, contro il rialzo al 42% inizialmente indicato nello schema dell’esecutivo. Nulla di fatto anche sulla stretta alla web tax che torna a essere applicata solo alle grandi società, quelle che realizzano ricavi da servizi digitali non inferiori a 750 milioni l’anno, mentre nella versione iniziale del governo si prevedeva invece l’estensione della web tax alle pmi. E salta anche la proposta del governo per i revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici, si introduce solo una stretta sui controlli dei bilanci con l’invio al Mef di una relazione annuale sull’uso delle risorse effettuata dagli organi di controllo già costituiti.
Compensi ministri e parlamentari: le modifiche della discordia
La riformulazione approvata alla cosiddetta norma anti-Renzi prevede che ministri, presidenti di Regione e Province e parlamentari italiani ed europei non possano accettare incarichi che comportino un compenso da Paesi extra-Ue. Per gli esponenti del governo si prevede però un’ulteriore specifica: sono infatti esclusi dalla possibilità, prevista invece per i parlamentari di poter ottenere un’autorizzazione che li esenti dal divieto (fino a un tetto massimo di 100mila euro l’anno di compenso). Una seconda norma stoppa il rialzo degli stipendi dei ministri non eletti per allinearli a quelli dei colleghi parlamentari e prevede solo rimborsi delle spese di trasferta per l’espletamento delle proprie funzioni.
Birra, gelato, psicologi ed elettrodomestici: le micro-norme
In arrivo sconti dal 20 al 50% (inversamente proporzionali a seconda della quantità di birra prodotta) sulle accise delle birre artigianali prodotte da piccoli birrifici con volumi di produzione fino a 60 mila ettolitri annui. Assegnati 100mila euro per un’associazione per la promozione del gelato artigianale. Dieci milioni di euro nel 2025 per il fondo dedicato a un servizio di sostegno psicologico nelle scuole, che viene istituto in via sperimentale.
Bonus per l’acquisto di elettrodomestici di elevata efficienza energetica non inferiore alla nuova classe B, prodotti in Europa, con contestuale smaltimento del vecchio. Il contributo dovrà essere non superiore al 30% del costo dell’elettrodomestico e comunque di un massimo di 100 euro, elevato fino a 200 euro per le famiglie con Isee entro 25.000.