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L’Europa impaurita e senza gas torna a bruciare la legna per riscaldare le case: “C’è chi brucia anche i rifiuti”

Lo afferma un recente articolo di Bloomberg che segnala come dalla Germania alla Polonia alla Francia la popolazione di tutte le nazioni europee si stanno preparando come meglio possono all’inverno di carenze energetiche e con il “rischio di blackout”

Nel vertice di ieri a Praga i leader dell’Unione europea non hanno avuto il coraggio di concordare un tetto massimo per il prezzo del gas, per timore che una mossa del genere possa minacciare le forniture del prezioso carburante all’Europa.

Ben il 70% del riscaldamento europeo infatti proviene da gas naturale ed elettricità e, con la drastica riduzione delle forniture russe anche a causa del sabotaggio ai gasdotti russi Nord Stream, la situazione lascia pensare che il continente quest’inverno debba preparasi seriamente alle carenze energetiche e forse anche ai blackout.

In una situazione simile, oggi Bloomberg ha ricordato come il legno – già utilizzato da circa 40 milioni di persone per il riscaldamento – è diventato un bene estremamente ricercato in Europa, dove il riscaldamento a legna sta registrando picchi mai registrati primi.

I prezzi dei pellet di legno sono quasi raddoppiati a 600 euro a tonnellata in Francia, l’Ungheria ha vietato le esportazioni di pellet e la Romania ha ridotto i prezzi della legna da ardere per sei mesi. Nel frattempo, le stufe a legna ora possono richiedere mesi per essere consegnate, in Germania i venditori di legna acquistano sistemi di sicurezza per paura che la legna nei magazzini possa essere rubata.

Ma non solo, la crisi energetica sta intensificando l’aumento del costo della vita, con l’inflazione della zona euro che ha raggiunto per la prima volta in assoluto una doppia cifra a settembre. Le famiglie in difficoltà in tutta la regione devono sempre più scegliere tra il riscaldamento e altri beni essenziali.

La paura quindi è che la gente possa bruciare qualsiasi cosa gli capiti a tiro – con grandi rischi per ambiente e salute – per restare caldi quest’inverno. Bloomberg scrive che in Polonia la popolazione sta cominciando a bruciare i rifiuti per stare al caldo, in Germania, l’associazione nazionale degli spazzacamini sta affrontando una marea di richieste per collegare nuove e vecchie stufe e i clienti chiedono informazioni sulla combustione di sterco di cavallo e altri combustibili “alternativi”.

E’ dunque ormai una corsa ad accaparrarsi il legno, per chi può, come una psicosi che poi tanto psicosi non è detto che sia. In Francia, Frederic Coirier, amministratore delegato di Poujoulat SA, che produce canne fumarie e produce combustibili legnosi, ha affermato che alcuni clienti hanno acquistato due tonnellate di pellet di legno, quando normalmente meno di una tonnellata è sufficiente per riscaldare una casa per un anno. “Le persone sono alla disperata ricerca di legno e stanno acquistando più del solito”, ha affermato Trond Fjortoft, fondatore e CEO del venditore di legno norvegese Kortreist Ved.

In Italia intanto, alcune regioni del nord continuano ad avere in vigore delle leggi regionali che vietano l’uso di camini e stufe a legna – e certe volte anche a pellet – per via delle emissioni inquinanti. C’è da chiedersi se quest’inverno tali leggi resteranno o veranno temporaneamente sospese.