Sono 1.600 gli attacchi aerei israeliani condotti in un giorno in Libano contro obiettivi di Hezbollah, che hanno ucciso 492 persone, tra cui 35 bambini e 58 donne e ferito altre 1.645 persone
Per il ministero della Salute libanese: “Gli attacchi hanno causato il martirio di 492 persone, tra cui 35 bambini e 58 donne, e il ferimento di altre 1.645”, ha detto il Centro operativo di emergenza del ministero della Salute libanese in un nuovo conteggio.
Secondo una dichiarazione delle Forze di Difesa Israeliane, riferita dal quotidiano Times of Israel, gli ultimi raid aerei in tutto il Libano hanno colpito siti di lancio, posti di comando e strutture militari utilizzate da Hezbollah. L’esercito israeliano ha detto che un “gran numero” di membri di Hezbollah è stato ucciso e che in totale l’operazione denominata “Northern Arrows” ha colpito “circa 1.600 obiettivi terroristici nel sud del Libano e nella valle della Bekaa”.
Hezbollah ha risposto lanciando circa 20 razzi contro il nord di Israele in tre salve separate. Secondo l’Idf tutti i proiettili sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea o caduti in aree aperte. Il quotidiano Times of Israel riferisce che Hezbollah ha rivendicato l’attacco notturno che ha attivato le sirene di allarme nelle comunità del nord del Paese, affermando di aver lanciato razzi contro diverse basi militari e campi d’aviazione.
Nella giornata di ieri secondo il ministero della Sanità libanese, gli attacchi aerei israeliani hanno colpito il sud del Libano e la Valle della Bekaa, nella zona est del Paese, scatenando la massiccia fuga di migliaia di libanesi dal sud verso Beirut. E nella capitale nel pomeriggio l’Idf ha dichiarato di avere compiuto un attacco definito “mirato”. L’obiettivo secondo fonti di stampa sarebbe stato un comandante di Hezbollah, Ali Karaki, numero tre dell’organizzazione, che in un primo momento è stato dato per morto, notizia poi smentita da Hezbollah, che ha dichiarato che è rimasto ferito, ma sta bene.
Israele ha invitato i civili ad evacuaredal sud del Libano. Gli avvertimenti erano giunti con telefonate e messaggi sui telefoni, poi nel primo pomeriggio l’avvertimento dell’Idf in cui si davano due ore di tempo ai civili della Valle della Bekaa per allontanarsi se ci si trovava “vicino a edifici o all’interno di case dove sono immagazzinati missili e armi”.
Inviti a parte con l’intensificarsi degli attacchi, migliaia di persone si sono riversate sulla principale autostrada che collega la città meridionale di Sidone a Beirut per fuggire dai bombardamenti. Ieri serata il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in un videomessaggio, ha detto ai libanesi: “La guerra di Israele non è con voi, è con Hezbollah. Per troppo tempo, Hezbollah vi ha usato come scudi umani, ha piazzato razzi nei vostri salotti e missili nei vostri garage” ha detto il premier israeliano, giustificando il genocidio in corso, che lo sta facendo “per difendere il nostro popolo dagli attacchi di Hezbollah, dobbiamo togliere queste armi”. Infine: “Non aspettiamo una minaccia, la anticipiamo”.
Redazione Fatti & Avvenimenti