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Lo Chef Guardino torna in Sicilia dopo 10 anni in Russia: “Le sanzioni hanno colpito le aziende italiane”

E per le ripercussioni sulla Russia dice che “è stata tolta la libertà ai russi di venire in Europa”, con le conseguenze economiche del caso per il turismo italiano e poi racconta l’aneddoto: “In Sardegna ho lavorato per una ricca famiglia russa, non potete immaginare…”

Lo chef siciliano Lorenzo Guardino – di Sciacca, in provincia di Agrigento – è tornato nella sua terra natale dopo aver lavorato e vissuto per ben dieci anni a Mosca, in Russia. Ai microfoni di Fatti&Avvenimenti.it confida di aver lasciato il cuore in Russia, perché lì ha tanti amici ed i russi sono calorosi e simpatici come i siciliani. 

Parlando delle sanzioni non ha potuto negare che colpisco molto l’economia italiana, specie quella del suo settore, la cucina: i russi erano ormai abituati a comprare prodotti alimentari italiani, adesso purtroppo arriva pochissimo solo attraverso mercati paralleli, di conseguenza anche per tanti ristoranti e non solo sono cambiati i fornitori con una perdita di mercato importantissima per le aziende italiane.

Sulla vita in Russia, spesso descritta dai nostri media occidentali come “difficile” a causa delle sanzioni, Guardino dice che in realtà nella Federazione Russa la guerra non si sente e si continua a vivere normalmente. Quello che viene fortemente percepito come un grande dispiacere dai russi sono le restrizioni ai voli e ai visti turistici, misure viste dallo stesso chef come una restrizione della libertà dei cittadini russi, che nulla hanno a che fare con la guerra e che sono sempre stati turisti molto apprezzati soprattutto in Italia, che amano sia per i paesaggi ed il clima, ma anche per l’arte e la cultura.

Guardino conclude con l’auspicio che la pace possa tornare e ricordando che l’affinità tra i popoli italiano e russo è ancora forte.