L’Europa sta dicendo in tutti i modi possibili che non vuole pace in Ucraina e anzi sembra muoversi per cercare lo scontro diretto con la Russia. Ma anche l’Ucraina non è da meno, oggi ha chiesto oltre alle armi anche truppe per combattere e non una forza di interposizione di pace
“L’Unione Europea non revocherà o modificherà le sanzioni contro la Russia fino al ritiro ‘incondizionato’ delle sue truppe dall’Ucraina, ha affermato oggi una portavoce dell’Ue, gettando di fatto nella spazzatura, quell’inizio di accordo sul cessate il fuoco nel Mar Nero concordato a Riad e che Mosca.
L’Eu infatti, anche se gli Stati Uniti togliessero quella parte di sanzioni, non le revocherebbe spiegando che: “Il ritiro incondizionato di tutte le forze militari russe dall’intero territorio ucraino sarebbe una delle principali precondizioni per emendare o revocare le sanzioni”, ha detto Anitta Hipper, precisando che l’Ue “ha preso nota” dell’esito dei colloqui di Riad e che “ora la Russia deve dimostrare una sincera volontà politica per mettere fine alla guerra di aggressione illegale e non provocata” all’Ucraina.
L’Eu sembra vivere su Marte, non riuscendo o non volendo capire che ha perso la guerra e le regole dall’inizio della storia del mondo, nelle trattative di pace le dettano i vincitori, senza inoltre considerare che probabilmente stanno facendo il gioco di Putin che consapevole che le sue truppe ogni giorno continuano a conquistare terreno, ha interesse a continuare il più possibile.
Anche gli ucraini sembrano prediligere la continuazione del conflitto, se infatti il giorno dopo avere raggiunto un accordo dicono: “L’Ucraina ha bisogno di un contributo ‘serio’ dall’Europa con truppe pronte a combattere, e non di peacekeeper”, dopo la fine delle ostilità con la Russia, ha detto all’Agence France Presse un alto collaboratore di Volodymyr Zelensky, significa che la volontà è quella di continuare a combattere.
“Non abbiamo bisogno di una semplice presenza per dimostrare che l’Europa è presente”, ha detto Igor Zhovkva, alto negoziatore ucraino, prima del vertice a Parigi. “Non è la quantità che conta… è anche la loro prontezza a combattere, la loro prontezza a difendersi, la loro prontezza a essere equipaggiati e la loro prontezza a capire che l’Ucraina è una parte inevitabile della sicurezza europea”.